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Margin Call

Regia di J.C. Chandor vedi scheda film

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La recensione su Margin Call

di germarco
7 stelle

Difficile dare un giudizio a questo film, ambientato nel giro di 24 ore, prescindendo dalla problematica che, con molto merito, affronta.
Ha tutto il tempo di sviscerare il problema, facendo venire a galla considerazioni interessanti che, sicuramente, a molti sono emerse spontaneamente dopo la crisi dei mutui subprime del 2008, quando lavoratori del mondo della finanza si ritrovarono disoccupaati abbandonando da un giorno all'altro i grattacieli dei loro uffici portandosi dietro al massimo uno o due scatoloni di effetti personali.
E' più utile utilizzare il proprio ingegno per costruire un ponte (o, non avendo ingegno, lavorare la terra), oppure lavorare nel mondo della finanza e del trading? E perché in quest'ultimo settore c'è gente che guadagna cifre molto ma molto alte? Non serve aver studiato statistica per capire che il trading ha molte similitudini con il gioco d'azzardo e la lotteria. Ma mentre il gioco d'azzardo è osteggiato dalla legge (o ben controllato, per assicurare buone vincite al banco che è lo Stato), il trading, trattato seriamente da istituti seri (come le banche) dimostra periodicamente delle crisi che danneggiano un po' tutti e l'economia stessa, che invece dovrebbe aiutare. Perchè? Qual è il fine ultimo della finanza? E viene effettivamente perseguito?
Certo che nella storia crisi periodiche ci sono sempre state, e ci sono tuttora; e regolarmente sfociano o sono sfociate in guerre, ben più nocive e dannose delle crisi finanziarie. Insomma: da questo punto di vista è molto meglio l'approccio capitalistico che quello Russo-Medioevale.
E che la finanza, come pseudo gioco d'azzardo, abbia finito per perdere di vista le sue finalità di base è naturale, così come lo è che si basi su modelli matematici. Ma un modello è un modello, funziona finché rispecchia la realtà sottostante e non può superare le "crisi sistemiche", cioè per l'appunto gli stravolgimenti della realtà tali da mandare all'aria i modelli che ce ne eravamo fatti.
Insomma, un film che indubbiamente fa riflettere.

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