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Malavoglia

Regia di Pasquale Scimeca vedi scheda film

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La recensione su Malavoglia

di supadany
6 stelle

Pasquale Scimeca non è certamente un autore banale ed altrettanto sicuramente possiede doti, sia tecniche che umane, e questa volta s’imbarca nel trattamento, piuttosto libero, dell’omonimo romanzo di Giovanni Verga e non è nemmeno la prima volta dato che nel 2007 si cimentò con “Rosso Malpelo” (entrambi i film hanno avuto una visibilità bassissima).

Lo spessore è un altro (ovviamente in ribasso), ma il film possiede comunque la sua forza per quanto non manchino le note a sfavore.

Un giorno come tanti altri ‘Ntoni (Antonio Ciurca) assiste ad uno sbarco di clandestini ed aiuta Alef a scappare e poi trovare un riparo ed una collocazione che gli permetta di vivere e di integrarsi.

Ma ‘Ntoni deve pensare anche a se stesso ed alla sua famiglia che tra un lutto e difficoltà tanto economiche quanto sociali dovrà lottare aspramente per non perdere quel poco che possiede.

 

 

Pasquale Scimeca aggiorna alla realtà dei nostri tempi la vicenda di verghiana memoria con il fato destinato ad influire pesantemente sull’esistenza di chi non può certo dire di essere tra i privilegiati dalla vita.

Affiora è vero la speranza, dal mare o più semplicemente da un giro di droga, ma è poco più di un’illusione momentanea anche se forse dietro l’angolo e dopo più di una disgrazia, almeno un po’ di pace potrebbe essere alla portata.

Con ogni probabilità si tratta di un’opera imperfetta, ma comunque col merito di suscitare una riflessione sull’amara realtà dell’Italia, soprattutto del meridione ed in generale su quella parte più arcaica della nostra cultura comunque mostrata in parte aperta (d’altronde le generazioni cambiano) ai tempi con alcuni espedienti magari discutibili, ma anche curiosi (vedasi la rilettura in chiave rap di ‘Ntoni dei detti del nonno).

E Pasquale Scimeca compie, soprattutto in relazione ai mezzi disponibili, un egregio lavoro d’insieme, con alcune scene ben orchestrate ed un utilizzo significativo delle luci anche nelle tante scene d’interno.

Peccato solo (o soprattutto) per diverse velleità narrative, tra cui un finale che come minimo sfiora la banalità, ma lo sguardo di fondo rimane quello giusto.

Nel complesso interessante.

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