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La mia droga si chiama Julie

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La mia droga si chiama Julie

di claudio1959
10 stelle

Julie/Marion sulle orme di Alfred Hitchcock, finissimo giallo poetico di Truffaut.

locandina

La mia droga si chiama Julie (1969): locandina

Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve

La mia droga si chiama Julie (1969): Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve

Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve

La mia droga si chiama Julie (1969): Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve

Catherine Deneuve, Jean-Paul Belmondo

La mia droga si chiama Julie (1969): Catherine Deneuve, Jean-Paul Belmondo

La mia droga si chiama Julie Francia 1969 - Louis Mahe(Jean Paul Belmondo) proprietario di una fabbrica di tabacco dell’isola di Reunion è un giovane inesperto dell’amore, incontra tramite una corrispondenza su un giornale Julie Roussel(Catherine Deneuve) dopo aver fatto conoscenza epistolare i due si sposano. Il giorno dell’incontro la ragazza che sbarca dal Mississipi, però è diversa da quella della foto, Julie è molto più bella ed affascinante. All’inizio della convivenza tutto fila liscio, però ogni tanto alcune situazioni strane turbano il giovane Louis, scopriremo in seguito che Marion sul battello ha sostituito la vera Julie, uccidendola tramite un suo complice. Il bel film di Truffaut è tratto dal romanzo di William Irish “La sirene du Mississipi”, tradotto in Italia con il titolo “Vertigine senza fine”. Il regista molto abilmente realizza una mistery story un giallo di matrice Hitchcockiana, chiaro il riferimento al vero nome della ragazza, non Julie, ma Marion, come la Janet Leigh di Psycho “Marion Crane”, la ragazza uccisa nella memorabile scena della doccia. Il film è costruito in modo perfetto, un accumulo continuo di dettagli specifici che ricostruiscono la vera personalità truffaldina di Julie/Marion, la donna dal doppio nome, ma dalla stessa personalità perfida e maligna. Nel 1969 Catherine Deneuve era nel pieno della sua sfolgorante bellezza, ma già matura come attrice era al top, lei con il suo fascino domina il film nel ruolo della femme fatale di Hollywoodiana memoria, fredda ambigua e manipolatrice. La mia droga si chiama Julie è un gioiello da rivalutare, una piacevole variazione nella filmografia del grande cineasta francese. Solido l’impianto noir classico e tutti i personaggi sono caratterizzati alla perfezione, con una cura maniacale del dettaglio. In due piccoli ruoli, ma importanti nell’economia del film cito Michel Bouquet nel ruolo del detective Comolli, che con perizia e dedizione verrà a capo della matassa, ma questa risoluzione gli costerà la vita, bravissima anche Nelly Borgeaud, interpreta Berthe Roussel, la sorella preoccupata della sorte della vera Julie, che insieme al cognato daranno l’incarico al detective di effettuare le ricerche. Magnifica l’ambientazione nell’isola di Reunion fotografata non in maniera cartolinesca. Il film ha un gran bel ritmo, incentrato sul tema classico della passione ed ossessione amorosa, l’apparizione di una donna così bella fa fare al nostro incauto protagonista errori di valutazione estremi e difficilmente rimediabili. Julie/Marion troppo bella per lui, la vera donna ideale bellissima, dietro cui però si cela il suo vero volto di assassina avida di denaro che serve a soddisfare la sua voglia di beni materiali, i cosiddetti marchi, peccato però che la ragazza ha impresso nella sua anima il marchio indelebile 666, quello della bestia di Satana. Francois Truffaut gira un film non solo giallo, ma anche esistenziale, perché alla fine l’amore chiaramente malato della coppia trionfa, perché anche Julie/Marion si innamora di Louis, colpita da tanta dedizione, il suo cuore di ghiaccio si apre ed il rapporto continua, braccati dalla polizia sulle loro tracce, lei che avvelena lui, che se ne accorge, ma l’ama ugualmente, lei finalmente si commuove e si apre in modo sincero a lui, il finale aperto con lei che insieme a lui sotto una tormenta di neve abbracciati vanno incontro al loro destino in agguato, però uniti da un sentimento profondo, un finale magico, il migliore possibile. Il film è dedicato alla memoria di Jean Renoir. Nel 2001 il regista Michael Cristofer ha girato un modesto remake “Original sin” con Angelina Jolie pallida copia di Catherine Deneuve voto 9 Interpreti e personaggi Jean-Paul Belmondo: Louis Mahé Catherine Deneuve: Julie Roussel/Marion Michel Bouquet: detective Comolli Nelly Borgeaud: Berthe Roussel Marcel Berbert: Jardine Yves Drouet: sig. Hoareau, direttore di banca Rolan Thénot: Richard

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