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Predators

Regia di Nimród Antal vedi scheda film

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La recensione su Predators

di FilmTv Rivista
8 stelle

Predators è un autentico B movie. Un B movie quasi perfetto. Un film che racchiude in sé l’energia del miglior cinema americano posizionandosi in un arco ideale che dai film della Republic giunge sino a John McTiernan: cormaniano nello spirito, lucasiano per efficacia mitologica ma essenziale come i miglior film di Jack Sholder o Fred Dekker. Un cinema fatto di idee e personaggi, prima di tutto, che entrando in contatto con una regia asciutta e priva di artifici produce tensione e divertimento. Nimród Antal, dopo l’ottimo Vacancy, torna alla carica con un film muscolare e polistratificato. Pieno di sottotesti e possibili letture trasversali, Predators sembra un film degli anni 70 più che un blockbuster attuale. I tagli di montaggio, per quanto fulminei, sono lineari e leggibili, mai dopati agli estrogeni da videoclip. Il set naturale, una giungla hawaiiana che a tratti ricorda l’isola di Lost, fa da cornice alle inquadrature e la progressione narrativa è legata ai personaggi in campo e alle modalità con le quali acquistano progressivamente spazio e profondità. Il merito principale di Nimród Antal e dei suoi collaboratori è che da una storia che prevede il solito schema con il plotone di supersoldati fatto a pezzi dal sanguinario guerriero alieno, sono stati in grado di ottenere una narrazione autenticamente tridimensionale senza ricorrere agli inevitabili occhialini. Adrien Brody, assolutamente perfetto nell’incarnare una macchina da guerra brutale e banale tesa esclusivamente alla propria sopravvivenza, permette di osservare in controluce la vicenda di predatori e cacciatori che si trovano dall’altra parte della canna del fucile. Brody riesce nell’impresa di spostare l’attenzione dai fuochi d’artificio alla metamorfosi del suo personaggio (e si capisce che è serio quando dichiara che gli piace Raoul Walsh). Prodotto da Robert Rodriguez, curiosamente molto più controllato che non da regista, Predators è un ottimo esempio di cinema d’intrat­tenimento politico, nel quale il testosterone non annulla il funzionamento delle cellule cerebrali.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 29 del 2010

Autore: Giona A. Nazzaro

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