Espandi menu
cerca
The Human Centipede (First Sequence)

Regia di Tom Six vedi scheda film

Recensioni

L'autore

SalvoVit

SalvoVit

Iscritto dal 27 agosto 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post 2
  • Recensioni 64
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Human Centipede (First Sequence)

di SalvoVit
8 stelle

locandina

The Human Centipede (First Sequence) (2009): locandina

 

Il Dr. Frankenstein è ormai solo un ricordo. Il presente è quello del Dr. Heiter e della sua creatura. L'essere umano gioca a fare Dio e la medicina lo aiuta in questo. E' solo l'inizio di qualcosa di più grande. E' l'inizio di un incubo senza fine nell'oscuro mondo di un folle medico e della sua creazione. Tom Six, nel 2009, realizza quella che è diventata col tempo una vera e propria opera cult (specialmente nel suo genere). Elogiata da molti, criticata da molti altri, THE HUMAN CENTIPEDE è una delle opere horror moderne più interessanti. Tom Six apre le danze prendendosi subito gioco dello spettatore e illudendolo con i più conosciuti e banali clichè del genere: le ragazze ingenue, la macchina che si ferma, il segnale del telefono che non c'è ecc... Six inizia subito con questi escamotage per poi stordire lo spettatore davanti alla freddezza e al cinismo che contraddistiguerà tutto il resto dell'opera. Tom Six riempe la sua opera di riferimenti artistici e storici. THE HUMAN CENTIPEDE mette in scena l'ideologia nazista in modo molto astuto.

 

Il Dr. Heiter è un nazista che crede nelle sue idee, idee che si rifanno all'ideologia medica sperimentale nei campi di concentramento. Josef Mengele, sadico medico del campo di concentramento di Auschwitz (soprannominato Angelo della Morte), ritorna dalla tomba e si reincarna in questo individuo ambiguo e strano, dalle poche parole e dai fatti concreti. Il riferimento all'ideologia nazista e ai campi di concentramento non si conclude qui. Non è un caso se il sadico dottore è tedesco e non è un caso se i suoi prigionieri sono asiatici e americani (la paura dello straniero che sporca il mio paese e lo infetta con la sua storia e le sue ideologie). Il Dr. Heiter è un uomo debole, distrutto dalla perdità di fama e attenzione che aveva avuto col tempo, nella sua carriera.

 

Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Ashley C. Williams, Akihiro Kitamura

The Human Centipede (First Sequence) (2009): Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Ashley C. Williams, Akihiro Kitamura

 

THE HUMAN CENTIPEDE è un'opera fredda, cinica e schematica. Tom Six utilizza una tecnica registica che gioca sui contrasti, partendo da una messa in scena ordinata e schematica per far risaltare il sadismo ed il macabro che la storia mette in scena. Si sa, l'ordine fa paura. Lo sapeva Kubrick, tanto che in SHINING la sua tipica messa in scena ordinata e schematica contrastava e faceva risaltare la violenza (fisica e psicologica) che subivano in ogni modo i protagonisti. Tom Six utilizza lo stesso sistema. Tutto è ordinato e lineare. Tutto è bianco, dal camice alle pareti della casa, dai mobili, ai vestiti dei protagonisti, ed è una scelta furba questa, coerente con il gioco di contrasti che Six mette in scena, specialmente quando quel bianco viene macchiato dal rosso del sangue dei poveri (?) malcapitati, contrastando il bianco della purezza al rosso macabro del sangue appena versato. Qui l'essere umano gioca a fare Dio ma il paradosso è che lo fa con il supporto della scienza e della medicina.

 

L'essere umano vuole creare e vuole ricreare in modo cirurgico, manipolando l'essere umano e la sua pelle, in una riflessione quasi Cronenberghiana nel voler separare ciò che è unito (il Dr. Heiter separava gemelli siamesi in passato) e unire ciò che è separato. Qui per il Dr. Heiter, l'essere umano non esiste. Tutti sono solo pedine per il suo esperimento. Esseri umani e animali, insetti e uomini non hanno differenze (non a caso l'esperimento precedente di Heiter era con il supporto di cani). THE HUMAN CENTIPEDE non eccede in violenza gratuita e in sequenze estreme fini a se stesse. Tutto è calcolato nei minimi dettagli con una freddezza e una precisione coerente con la messa in scena del regista olandese. Con una trama così era facilissimo fare un film trash di basso livello, sarebbe stato più semplice del previsto, ed invece Six riesce a calibrare tutto benissimo inserendo riflessioni personali, sociali, politiche e storiche che rendono il tutto molto interessante. Ormai già un cult. Da vedere.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati