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Outrage

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Outrage

di AndreaVenuti
8 stelle

Nel 2010 il maestro Takeshi Kitano con Outrage, dopo circa 10 anni (Brother) ritorna al genere che lo ha consacrato agli occhi della critica cinematografica ossia lo Yakuza-eiga, certamente classificare Kitano come un regista "yakuza" oltre ad essere ingiusto, risulterebbe un errore gravissimo dal momento che Kitano è un autore che pur mantenendosi fedele ad un preciso stile registico (come vedremo a breve) si è sempre rinnovato nei contenuti con pellicole audaci e assolutamente personali.

Fatta questa piccola ma doverosa premessa ritorniamo a focalizzarci sul film (scritto,diretto,montato ed interpretato dallo stesso Kitano) partendo dalla sinossi:

L'area metropolitana di Tokyo è gestita essenzialmente da svariate famiglie Yakuza e tutte fanno a capo al presidente Sekiuchi (una sorta di grande padrino) che in gran segreto sta organizzando una sorta di guerra interna per modificare, a proprio vantaggio, alcune situazioni di carattere politico-economico;il ganster Otomo (Kitano) da sempre fedele al presidente si ritroverà suo malgrado immischiato in una lotta sanguinosa dove l'onore e lealtà sono termini senza significato.

locandina

Outrage (2010): locandina

Outrage è un yakuza-eiga nero come la pece dove l'obiettivo principale del maestro Kitano è mostare la vera faccia di una delle organizzazioni criminali più pericolose e potenti del mondo, dove onore,dignità, lelatà e umanità sono valori ormai perduti in una società capitalista e gerarchica come quella giapponese.

Il film si apre in maniera sublime con una carrellata orrizontale da destra verso sinistra che ci mostra una serie sterminata di Yakuza che aspettano immobili e all'aperto i loro rispettivi capi che stanno pranzando insieme per sancire nuove alleanze, che da li a poco verrano smantellate da atti indegni e sanguinosi.

Il film come già anticipato è davvero duro (evidente qui l'influenza di un'altra leggenda locale Kinji Fukasaku) e per lo spettatore sarà impossibile immedesimanrsi con i protagonisti, l'unico che agisce secondo un proprio codice d'onore è Otomo (Kitano) che tuttavia non esita ad eseguire gli ordini ovvero omicidi e pestaggi brutali.

Otomo è uno Yakuza vecchio stile, fedele ai propri capi e lelale verso i suoi uomini tuttavia in una società in continua espansione come quella giapponese lui non va più bene, emblematica una frase di Kato rivolta a Otomo il quale si era appena tagliato un dito per riparre ad un torto: «questa cosa del mignolo tagliata è superata, non vale niente».

Interessante anche la rappresentazione della polizie giapponese: incompetente, impotente e corrotta.

Kitano in passato si è contraddistinto per un particolarissimo stile tecnico-contenutistico, ad esempio è celebre la sua alternanza gioco/morte qui però volutamente assente come dimostra ad esempio la scelta cromatica dove si impone con prepotenza il nero, dai vestiti alle vetture fino ad arrivare al buio delle sequenze notturne.

Per quanto riguarda invece la regia ritroviamo tantissimi elementi cari al maestro dal ricorso sistematico all'ellissi, ai movimenti di macchina molto lenti e ben calibrati fino ad arrivare ovviamente ad improvvise esplosioni di violenza.

 

Outragè è un film che non fa sconti a nessuno, prendere o lasciare

 

 

 

 

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