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Tutti per uno

Regia di Romain Goupil vedi scheda film

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La recensione su Tutti per uno

di canaja
6 stelle


Bambini. Che giocano. Che sognano. Che affrontano la realtà.

Mi sorprendo sempre quando, guardando un film o leggendo un libro, mi ritrovo a percepire qualche vago ricordo delle sensazioni dell’infanzia, quella specie di macchina del tempo che si attiva anche, ad esempio, quando si sente un profumo che era celato nella memoria, quando si vede un paesaggio, una specifica immagine, e ci si sente staccarsi dal contesto mentre stranamente si spalancano le porte a emozioni… come dire… infantili… ma infantili nel senso di irreali e reali al tempo stesso: totale immersione.



Il film è la storia di Milana, bambina di origini cecene a rischio deportazione nella Francia odierna, e dei suoi amici Blaise, Claudio, Alice, Ali e Youssef.



Non entro nel merito dell’interpretazione politica della pellicola, la denuncia degli autori è chiara.

Quelli che più mi sono piaciuti sono stati i momenti/le sensazioni di cui ho precedentemente accennato, ed in questo film ce ne sono alcuni molto buoni (il rapporto di amicizia speciale fra Milana e Blaise, il senso di colpa dell’essere felici, il cameratismo di chi ha una missione comune…).



Devo però ammettere che, nonostante la breve durata (90 minuti), ci sono state situazioni meno efficaci e momenti di noia.

Riconosco inoltre di non aver particolarmente apprezzato né il personaggio né l’interpretazione di Valeria Bruni-Tedeschi (unica protagonista adulta -e co-sceneggiatrice- forse penalizzata dal doppiaggio).

Anche nella scrittura dei piccoli protagonisti, tutti bravissimi, manca qualcosa: quella che viene abitualmente definita la cattiveria dei bambini è completamente assente (se escludiamo un piccolo accenno di gelosia).



Nel complesso, quindi, una pellicola imperfetta con alcuni lampi di poesia.



Un piccola nota divertente: davanti a me, al cinema, c’era una coppia. La donna attenta per tutto il film, l’uomo molto più affascinato dall’architettura della sala cinematografica.

Del film, in generale, credo abbia visto poco… ma la scena dove la Bruni mostra il seno, però, non se l’è persa!

 

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