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Tutti per uno

Regia di Romain Goupil vedi scheda film

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La recensione su Tutti per uno

di lorenzodg
8 stelle

"Les Mains en l'air" (libero titolo in "Tutti per uno") è una storia di oggi (2008-9) raccontata dal futuro da una donna anziana (nel 2067) con le immagini 'moderne' (retrò del tempo...passato) di un Le Corbusier (o tale che sia) dove l'uomo-natura giace e si ricrea nel ricordo appassionato.
La donna (dopo pochi fotogrammi) riappare come una bambina di nome Milana con altri coetanei che va in una scuola elementare come tanti e dove il suo destino è mescolato a tanti altri e il suo essere ceceno e immigrata 'non legale' procura un fastidio enorme al governo francese (e al potere). La donna nel racconto dice di non ricordare chi fosse al potere. Una battuta che vale più di mille frasi sociali e sociologiche: purtroppo la realtà è oggi e il futuro da raccontare (nel 2067) è l'unico appiglio di 'fantasia' che si permette il regista Romain Goupil per 'schernire' la realtà di becere costrizioni.
Una storia di bambini e piccoli ragazzi che mettono in campo arguzia, intelligenza, giusta furberia e vera accoglienza per aiutare Milana che rischia l'espulsione: la polizia sta mettendo in atto un vero tormento psicologico per gli immigrati cladestini. La bambina viene ospitata da Cendrine (una brava Valeria Bruni Tedeschi) e alla fine ne prende l'affetto di una madre (ha due figli che subito si sintonizzano con la nuova arrivata..già conosciuta a scuola). I ragazzi vogliono tenere la loro amica e realizzano un'evasaione dalla realtà chiudendosi per giorni in un bunker...isolato e protetto da informazioni di un altro loro amico. Isolati da tutti, con cellulari, arguzia e quant'altro il cast 'minorenne' realizza un piano che destabilizza le menti adulte e l'incomprensione della viltà umana. Una recitazione senza schemi e paletti: una realtà ad altezza bambino con gli adulti che si fanno da parte e addirittura 'fuori-ripresa' (quando i genitori accompagnano e/o prendono i figli a/da scuola la ripresa è centrale e mamma e papà parlano ma sembrano lontani. Solo Cendrine quando si mette al passo loro viene compresa nel gruppo: una scelta ben precisa. Una recitazione sottotono e per niente banale.
Manca al film una certa forza e una 'commozione' sincera: però si deve dire che il merito va ascritto a una storia concreta e senza scappatoie e una 'libertà' recitativa data al gruppo di ragazzi (una certa 'freschezza' e 'libertà').
Il film chiama in causa la politica odierna (francese) con un meccanismo destabilizzante e la resa finale e solo aleatoria: chi detta legge e chi se ne compiace ha gia perso 'in partenza'.
Il futuro (nell'anno di grazia 2067) sarà da raccontare in simile modo!? Il film crea un'aspettativa (irreale?) di speranza (partendo da lì) e finendo con 'mi arrendo'!
Voto 7+

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