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Repo Men

Regia di Miguel Sapochnik vedi scheda film

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Marcello del Campo

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Repo Men

di Marcello del Campo
8 stelle

Nel 1969 Ermanno Olmi dirige I recuperanti, storia di due poveri disgraziati senza lavoro che nel dopoguerra raccolgono ordigni bellici per campare. Un lavoro pericoloso quanto quello di Emilio Estevez che nel film di Alex Cox, Repo Man del 1984, fa il recuperatore di automobili di cui non sono state pagate le rate per intero.

 

 

 

 

 

Nel 1969 Ermanno Olmi dirige I recuperanti, storia di due poveri disgraziati senza lavoro che nel dopoguerra raccolgono ordigni bellici per campare. Un lavoro pericoloso quanto quello di Emilio Estevez che nel film di Alex Cox, Repo Man del 1984, fa il recuperatore di automobili di cui non sono state pagate le rate per intero; in una delle automobile gli extraterrestri hanno infilato materiale radioattivo. Il recupero crediti di auto non pagate è un mestiere che può diventare sporco perché chi non paga è vittima di terribili bastonate.

 

Repo Men aggiorna a un futuro imminente la professione del “recuperante” con i toni apocalittici che connotano la ‘scena del disastro’ di un’epoca, la nostra, in cui i corpi degli uomini sono diventati materiali da ferire, distruggere, vendere, scambiare. Merce come tante altre, il corpo degli uomini è oggetto di una parcellizzazione: farsi un corpo nuovo è compito della moderna chirurgia estetica, corpi mutanti della genetica sono in via di sperimentazione, un futuro non fantascientifico di cloni condurrà alla disintegrazione dell’ Io-corpo, quella dello spirito è stata già portata a compimento con l’insorgere dell’età del Potere Schizogenico, - vaticinata trent’anni fa da Deleuze e Guattari e pienamente realizzata, dopo l’implosione dell’utopia marxiana e le frammentazioni etniche, nel Golem del liberismo selvaggio.

 

In un futuro del giorno dopo, con l’inflazione salita alle stelle, l’impoverimento e la disoccupazione producono industrie in cui il mercato degli organi non è più perseguito. Dalla clandestinità, complice il governo e tutti i sub-apparati dello stato, si è passati alla connivenza: Frank (Liev Schreiber) ha eretto una cattedrale ipertecnologica per gli impianti di organi: fegato, reni, cuore, stomaco – il prezzo è conveniente, il pagamento in comode rate mensili assicura il paziente di potercela fare in quattro mesi. Una sola clausola, come per le auto: se non paghi l’ultima rata, ecco cosa ti accadrà.

 

Remy (Jude Law) ti raggiungerà dovunque sei, con lui verrà il suo socio Jake (Forest Whitaker) e saranno cazzi amari, perché Remy e Jake si conoscono da quando erano bambini. I due sanno dove ti sei nascosto e se non ti trovano al club o a casa, allora vorrà dire che verranno a cercarti in uno dei tanti covi dove gli impauriti da ‘espiantare’ si sono rifugiati facendo causa comune.

Non ti salverai: Remy e Jake hanno dalla loro tutta la tecnologia più avanzata per scoprire il topo che sei diventato, e quando arriveranno, dopo avere ricevuto ordini da Frank che ha consultato lo scadenziario elettronico, avranno tra le mani armi sofisticate, armi di assalto, all’arma bianca, avranno tutto l’indispensabile set chirurgico. E tu non potrai fare nulla: urla forte, grida che ti concedano un giorno, un’ora, loro sogghigneranno, se sei solo ti sventreranno senza anestesia, se siete in molti nei covi, vi faranno a pezzi e raccatteranno gli organi; scivolando nel sangue, ridendo e dandosi pacche sulle spalle, riempiranno valigie di cuori, fegati, reni, stomaci. Frank si congratulerà, i ‘materiali’ prelevati serviranno per nuovi ‘impianti’, “Viva la Central Unit”, brinderà.

Ascolta: T-Bone (RZA) che è un grande musicista dub-housing – lo conosci, no, il rastafan? – be’, Remy è penetrato nel suo studio per espiantagli il cuore; è giusto, quello sarà pure un dio della musica, ma non ha pagato l’ultima rata, ha speso tutto in crack; a Remy duole il cuore, ma cuore vuole cuore: gli si è scagliato addosso con due attrezzi elettrici per non farlo soffrire, ma non vuoi che Remy si è beccato un infarto?

Frank ci tiene a lui, è uno dei migliori repo man della Central Unit. Lo ha fatto operare, gli ha ridonato la vita, ma Remy non è più quello di prima, “sei diventato una femminuccia”, lo sfotte Jake.

Jake ignora che è stata Beth, la bellissima Beth (Alice Braga) a spezzare il cuore di Remy, una sera, in un club, fa la puttana Beth perché anche lei ha rate da pagare alla Central Unit, molte rate: Beth è un corpo d’amore totalmente fatto di pezzi d’espianto, niente è suo, non i reni, non il cuore, neppure le ginocchia, gli occhi: “Le labbra, belle le tue labbra”, le sussurra Remy, prima di baciarla. “Le labbra, solo queste sono mie, Remy!”, risponde Beth abbracciandolo.

Ora bisogna fare presto: Jake è l’ultimo espiantatore che Frank ha inviato per uccidere Remy e Beth, vada a fottersi l’amicizia! 

È lavoro, Remy

job is a job – l’ha detto sempre Jake – ricordi?, - espiantò il cuore del nonno perché non aveva pagato l’ultima rata.

run boy run

 

 

 

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