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The Loved Ones

Regia di Sean Byrne vedi scheda film

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La recensione su The Loved Ones

di pazuzu
4 stelle

Su una strada deserta tra i campi, nell'entroterra australiano, Brent sta guidando l'auto del padre con lui accanto quando, di colpo, si ritrova in traiettoria, in piedi al centro della carreggiata, un ragazzo scalzo, seminudo e imbrattato di sangue. Lo scorge all'ultimo e cerca di schivarlo, ma per farlo perde il controllo del mezzo, che deraglia e conclude la sua corsa schiantandosi contro il tronco di una quercia secolare.
Uscito illeso dall'impatto, fatale invece per il genitore, a sei mesi di distanza continua a devastarsi per il senso di colpa, tanto da aver sviluppato tendenze autolesionistiche. Holly però lo ama e gli è sempre rimasta vicina, così quando anche lei supera l'esame per la patente decide di assecondarne l'euforia e la sera farsi portare con la sua macchina al ballo di fine anno del liceo, cercando nell'attesa la maniera più indolore per comunicarlo alla madre Carla che, annichilita dal lutto, non vorrebbe mai più vederlo salire su uno di quei trabiccoli infernali. In casa infatti ne nasce subito una discussione, e quando l'aria si fa pesante decide di andare a prenderne di fresca all'aperto, camminando al passo svelto del metal che ha in cuffia e improvvisando un'arrampicata sulla prima parete rocciosa a portata di tiro. Giusto per sciogliere la tensione. Comprensibilmente stanco si siede poi sul prato per fumare marijuana e riposare, ma viene aggredito alle spalle dal padre di Lola - una compagna di corso che proprio quella mattina s'era proposta come sua dama al ballo ricevendo un rifiuto - che dopo averlo addormentato col cloroformio glielo consegna a domicilio legato e privo di sensi, perciò pronto per ricevere dall'ammiratrice non corrisposta una festa ben diversa da quella che aveva programmato.

The Loved Ones è il film d'esordio di Sean Byrne, ed ha vinto il premio del pubblico nella sezione Midnight Madness al Toronto International Film Festival (dove il pubblico è l'unica giuria) del 2009 in un cartellone che prevedeva tra gli altri il genio e la follia del Symbol di Hitoshi Matsumoto e il sesto zombie movie di George A. Romero (il suo meno riuscito ma pur sempre discreto), Survival of the Dead: una scelta a dir poco discutibile che ha dato visibilità ad un horror non inguardabile ma serenamente perdibile che ha il proprio difetto più evidente in una sceneggiatura (scritta dallo stesso Byrne) nella quale la semplicità del plot non è necessariamente complice dell'arguzia dei personaggi, che pesca a piene mani tra gli stereotipi del genere senza sembrare interessata ad aggiungere alcunché di nuovo a quanto già detto (prima e meglio) da altri, e che appare oltretutto fin troppo striminzita se accanto alla storia portante ne sviluppa una secondaria - l'amico cicciottello del protagonista che va al party con una goth girl depressa nella speranza di scoparsela - che procede blandamente e altrettanto blandamente le si lega, e il cui unico motivo di appeal è la bellezza disarmante di tale Jessica McNamee.
L'orrore in The Loved Ones tuttavia c'è ed è somministrato in dosi via via crescenti, e l'autore evidenzia senso del ritmo sul breve e gusto per l'inquadratura, addentrandosi nei territori del torture porn ma limitandosi a mostrare il necessario senza per questo che l'immagine appaia povera di impatto, azzeccando altresì la scelta dissonante dei colori pastello che nella casa teatro degli scempi fanno pendant con il sangue: a mancare non sono dunque le scene ben girate od ansiogene, quanto piuttosto un filo conduttore che sia forte abbastanza da mantenere la tensione alta e costante laddove invece scema sistematicamente - virando in noia - ogni volta che la telecamera esce dal domicilio di questa (ennesima) famiglia disfunzionale dedita al massacro, rendendo ogni eventuale seconda lettura della pellicola (metaforica o allegorica che sia) velleitaria per (difetto di) costituzione.
The Loved Ones è quindi un'opera prima sostanzialmente mediocre ma in cui non tutto è da buttare, e Sean Byrne un regista non privo di qualità od abilità che potrebbero in futuro venir valorizzate se messe al servizio di uno script solido e di buon livello. Preferibilmente non suo.

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