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Yattaman - Il film

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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La recensione su Yattaman - Il film

di M Valdemar
8 stelle

Presentato al Far East Film Festival di Udine nel 2009 e distribuito in Italia, prima nelle sale cinematografiche e successivamente in dvd/blu-ray da Officine UBU, Yattaman (nella versione internazionale Yatterman) si rende immediatamente attraente perché diretto da Takashi Miike, al quale evidentemente mancava, tra i generi affrontati, un live action. Che a differenza di altri illustri film dello stesso filone, quali Speed Racer e Dragonball, riesce meravigliosamente a cogliere nel segno.
Lo spirito dissacrante e demenziale del cartone animato da cui è tratto è fedelmente rispettato, così come i personaggi e (in gran parte) la storia. Sicuramente è stato svolto un lavoro accurato e preciso, atto a dare forma ai ricordi (e desideri …) che una tra le serie più amate di sempre suscita. Il set è stato ricostruito interamente sulla base del quartiere Shibuya di Tokyo, ed in effetti l’uso della computer grafica è (fortunatamente) meno presente (e pesante) di quanto si possa immaginare; notevole inoltre l’abilità nel creare gli ambienti in cui hanno luogo le bizzarre vicende del film, ogni minimo dettaglio concorre ad esempio ad evidenziare le peculiarità sia dei personaggi, principali o secondari, dandogli profonda e sensata compiutezza, sia delle loro stesse attività. Il tutto però, esplicato attraverso un coinvolgente, felice, liberatorio gusto di istupidita attitudine: ogni cosa, scena, battuta, è portata all’eccesso, sopra le righe, oltre le righe, in una folle, vorticosa corsa al sommo divertimento. E non c’è dubbio che tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione del film devono (anche) essersela spassata allegramente; del resto, come ha detto lo stesso regista ad una sua attrice che si dichiarava divertita: “Esatto, se non ti diverti non avrebbe senso girare”.
La storia si apre con Yatta 1, e Yatta 2 che, coadiuvati dal fedele cane robot Yatta Can, salvano una ragazza, Shoko, dal tentativo di rapimento ad opera del Trio Drombo.
Come spiega un voice over, Ganchan è l’unico figlio del sig. Takada (noto costruttore di giocattoli), che in gran segreto si trasforma nel “guerriero della giustizia” Yatta 1; egli è specializzato nella progettazione robotica. Janet, la sua fidanzatina, è un asso nella costruzione e riparazione di apparati elettrici, e si trasforma in Yatta 2. La loro base si trova sotto la sede della Takada toys. Loro acerrimi nemici sono i componenti del Trio Drombo: il capo, la splendida ma iraconda Miss Dronio (nella versione internazionale Doronjo); Boyaki, colui che progetta e realizza i robot da combattimento; il nerboruto Tonzula. Il Trio è stato ingaggiato dal temibile e cattivissimo “Re dei ladri” dr. Dokrobei, al fine di recuperare i frammenti della Dokrostone, una pietra magica a forma di teschio, capace di realizzare ogni desiderio, che in un lontano passato si spaccò in quattro pezzi che si dispersero per il mondo. La ragazza che hanno cercato di rapire (che si autodefinisce la “tipica sfigata degli anime giapponesi” …) è la figlia di un archeologo, il dr. Kaieda, che ha dedicato la vita alla ricerca della Dokrostone, riuscendo a trovarne un pezzo. Ecco quindi che gli Yattaman e il Trio Drombo si sfideranno più volte … chi vincerà?
Miike ci regala un’opera spettacolare, coloratissima, creativa, colma di venature ironiche geniali e (all’apparenza) sceme, fieramente sceme, affatto priva pure di elementi pruriginosi, anzi … già dalla prima scena, lo sfigato Boyaki, inciampando, finisce col piombare a braccia protese (e mani in preventiva modalità palpante …) verso le poppe di Miss Dronio, la quale, venendo alfine raggiunta dalle manacce dell’aiutante, così lo apostrofa: “razza di pervertito!”, espressione che userà spesso. Per non parlare di una delle sequenze clou, quando si affrontano Yatta Can e il robot (ideato da Boyaki in omaggio a Miss Dronio) Vergine di Ferro, con quest’ultima che, tastandosi le metalliche mammelle, prima spara dai capezzoli generose mitragliate, e poi, a capezzoli induriti (colpo “tette bombette”) lascia partire delle pazzesche bombe!! E non è ancora finita, giacché, Yatta Can, esaltato da cotanto richiamo sessuale, si eccita oltremodo e i due si accoppiano fino ad esplodere!
I personaggi sono ben caratterizzati, definiti, ognuno con le sue stravaganze, personalità, devianze, e, come spesso avviene, i cattivi sono decisamente più affascinanti. La bellissima Miss Dronio si presenta con una mise dall’estetica fetish, una folgorante carica erotica che si sprigiona da ogni nera porzione del suo abbigliamento, oppure mentre è, suadente e ammaliante, nonché fumante, sul nero divano (ed attenzione ai colori predominanti sul retro della sua postazione all’interno del covo del Trio, ossia il nero e il rosa, che sono presenti anche sulle unghie di mani e piedi di Miss Dronio, con il simbolo del teschio); ella è l’oggetto dei desideri dei suoi sottoposti, in particolare di Boyaki, tanto geniale quanto sfortunato, bislacco; indescrivibile è la faccia allupata (e annessa emissione sonora gutturale) che ha quando vede Miss Dronio appena uscita dalla vasca da bagno! Il Trio Drombo inoltre parte già svantaggiato rispetto ai rivali, che sono dei ricchi figli di papà, e pertanto, per ottenere i fondi necessari alla costruzione dei robot, escogita degli ingegnosi stupidi raggiri; in fondo i tre sono dei ladri, dei furfanti, come loro stessi cantano in una delirante scena musicale, dalle coreografie imperdibili. Uno dei momenti migliori, assieme a quello in cui vengono mostrati i loro sogni, nel caso in cui riuscissero a conquistare la Dokrostone: Boyaki che desidera diventare “l’idolo delle studentesse di tutto il Paese” con “incantevoli ragazze belle come boccioli di rosa… e quelle meraviglie saranno tutte per me! Ecco cos’è il Paradiso!”, e si vede lui su una montagna di belle liceali nell’atto di … dipingerne di rosso fuoco le unghie dei piedi!! Donzula sogna di essere in un cartone animato tipo “L’uomo tigre” e sconfigge un uomo senza testa (e nella versione italiana, alzando il trofeo, grida, come Rocky: “Adri...onio!!!!”). Miss Dronio invece ha come fantasia quella di avere … una vita normale!
L’unico personaggio che infonde un po’ d’inquietudine è il dr. Dokrobei, nello scontro finale, quando rivela il suo volto: pare quasi possedere un’aura malefica che ricorda il barone Harkonnen del Dune di Lynch. Tutti gli altri rispettano in pieno lo stile sfavillante e sgargiante che contraddistingue la pellicola, ivi compresi oggetti, simboli, mascotte e tormentoni …
E, Yatta fan pronti, ché in chiusura del film si preannuncia un seguito …

“sutta monda, kotta monda, yatta monda!”
“nantetatte, kantetatte, antetatte!”

Su Kyoko Fukada

Nota in patria sia come cantante che come attrice, presta (stupende) fattezze a Miss Dronio, autentico fulcro (erotico) del film. E quelle unghie coi teschi rosa e nero ...
Una scoperta, ma non troppo. Purtroppo.

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