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Mother and Child

Regia di Rodrigo Garcia vedi scheda film

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La recensione su Mother and Child

di alan smithee
6 stelle

Rodrigo Garcia e’ il nuovo regista ideale delle donne. Senza volere (e potere) naturalmente scomodare capisaldi della storia della regia come George Cukor, il cineasta colombiano da tempo emigrato negli Usa, risulta indubbiamente molto legato a storie che coinvolgono il mondo dei sentimenti e delle vicissitudini familiari di donne di eta’ e situazioni disparate.
Dopo "Le cose che so di lei" e "9 vite da donna", e poco prima del recente Albert Nobbs con la straordinaria Glen Close, ecco il nostro Garcia impegnato a districarsi in tre storie di drammatica umanita’ che coinvolgono emotivamente e concretamente tre donne di diverse eta’ ed estrazione. La piu’ anziana è Annette Bening, infermiera rimasta sola dopo la morte della madre e in crisi da una vita in seguito all’abbandono della figlia avvenuto subito dopo un parto non voluto all'eta' di sedici anni; Naomi Watts invece scopriamo (ma solo noi del pubblico) poco dopo che e’ la figlia naturale di quest'ultima, divenuta avvocatessa di grido, donna in carriera scaltra, calcolatrice e cinica, che rifugge la famiglia ed i legami fissi, fino ad una decisione sorprendente che le costera’ molto cara; infine una donna di colore giovane e bella che, non riuscendo ad avere bambini, decide dapprima col consenso del marito, poi da sola quando questi si tira indietro, di affrontare le incognite di una adozione da una giovane problematica e caratteriale madre minorenne.
Siamo indubbiamente, lo dico senza troppa malignità, ma piuttosto con disinteressato realismo, sui binari stra-abusati che hanno in passato dato vita a serie televisive piuttosto approssimative come “donne al bivio” o a produzioni americane all stars tipo “If these walls could talk”; ma il film, spesso coinvolgente e non cosi’ scontato come potrebbe apparire, ha una sua coerenza narrativa e riesce, grazie anche ad un manipolo di attrici ed attori straordinari, a centrare e a far vibrare, almeno per un attimo, le nostre piu’ celate, inespugnabili e talvolta pietrificate corde emozionali.

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