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Perdona e dimentica

Regia di Todd Solondz vedi scheda film

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La recensione su Perdona e dimentica

di mm40
8 stelle

'Cosa siamo disposti a perdonare?' è una delle domande centrali di Magnolia - film con cui questo Perdona e dimentica è strettamente imparentato; dal concetto di perdono (e quello soggiacente di dimenticare, poichè il primo non può esistere senza il secondo, ma viceversa può accadere) Solondz sviluppa un'acuta riflessione dai risultati a dir poco desolanti. Che l'uomo non nutra fiducia nei suoi simili non è nemmeno materia di dibattito: qui si parte dalla più cieca misantropia per passare attraverso la stremante battaglia fra Bene e Male (la famiglia dovrebbe essere il riparo assoluto dal Male, il quale viene inquadrato nella sua forma più assoluta nelle figure dei terroristi e dei pedofili, richiamati costantemente in associazione logica fra loro per tutta la pellicola) e, tramite un'intricata rete di rapporti deteriorati e deterioranti e di nevrosi ordinarie, giungere ad una conclusione tutt'altro che confortante sulla follia della moderna 'vita in tempo di guerra'. Ma quale guerra? Pressochè tutti i personaggi di questo film sono smaccatamente repubblicani conservatori (chiaramente ebrei, come l'autore e regista), percui non mancano i riferimenti al conflitto in Iraq ed Afghanistan, all'attacco alle torri gemelle ed anche alla perpetua carneficina in terra palestinese; ciononostante la chiave di volta dell'opera sta nell'unica scena in cui compare Helen, mediana come età, ma terza in termine di importanza fra tre sorelle, a voler essere gentili, un po' sopra le righe. Ovvero: la guerra che viviamo è non solo esteriore, ma anche (soprattutto?) dentro di noi, un continuo, problematico richiamo della coscienza che ci porta ad affrontare domande inquietanti e a dover fornire risposte urgenti all'avanzata del Male nelle nostre esistenze. Perdonare e dimenticare? Perdonare o dimenticare? La poesia di Solondz è tutta racchiusa nel mettere in bocca questo indizio all'attrice mentre alle sue spalle è inquadrata una gigantografia, appesa alla parete, di un bambino che gioca per strada davanti ad un carroarmato. Il marito e padre pedofilo è stato dimenticato, ma mai perdonato: come i terroristi di Al Qaeda, vorrebbe suggerire il regista; Joy sta cercando di perdonare - con tutte le sue forze - i suoi ex ragazzi per le incomprensioni che l'hanno allontanata da loro: ma non riesce a dimenticarli. Per questo la follia si impadronisce di lei. C'è una psicologia profondissima a guidare le relazioni fra i personaggi e, sotto questo punto di vista, la sceneggiatura di Solondz è realmente impeccabile, un assoluto gioiello; rimane una discreta lentezza nella prima ora di pellicola, durante la quale le situazioni vengono messe in luce (talvolta con qualche didascalismo eccessivo), ma poi nella parte finale, complice anche qualche colpo di scena, il film si anima ed ai dialoghi sempre curatissimi finalmente si associa anche un po' di azione concreta. Il perdente è colui che perdona? No, il perdente è colui che si aspetta di essere perdonato. Molto meglio fare occhio per occhio, prima, e poi perdonare (come se alla vendetta potesse mai seguire un perdono). Questa è l'America oggi, ci dice Solondz: rassegnamoci. Nonostante le evidenti affinità con la trama di Happiness, gli attori sono tutti cambiati e ci sono alcune variazioni rispetto al precedente lavoro del regista; il cast funziona tutto benissimo, ma la migliore è senz'altro la Janney (Trish), che ha d'altronde un ruolo centrale in questa grottesca (ma molto meno, rispetto agli standard di Solondz) storia fortemente declinata al femminile. Ed il padre pedofilo (i terroristi imperdonabili), sarà davvero morto? 8/10.

Sulla trama

Tre sorelle: Joy vede i fantasmi dei suoi ex ragazzi morti suicidi e parla da sola; Helen è sceneggiatrice di successo a Hollywood, ma ha da anni tagliato i ponti con la famiglia; Trish, due figli piccoli ed uno ormai grande, ha un marito da anni in carcere per abusi sessuali su minori e sta cercando di rifarsi una vita con Harvey. Dimenticare e perdonare non è facile per nessuna delle tre.

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