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Giulia non esce la sera

Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film

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La recensione su Giulia non esce la sera

di darkglobe
8 stelle

La felicità è la tristezza che fa le capriole

Giuseppe Piccioni è uno dei pochi registi italiani capaci di condurre la rappresentazione dei sentimenti e delle relazioni umane alle vette del lirismo cinematografico intimista ed esistenziale.
In questo film, di cui Piccioni è sia regista che co-sceneggiatore, si sviluppa il racconto di uno scrittore "per caso", Guido (Valerio Mastrandrea), che si lascia vivere nel continuo contrasto tra il suo essere e ciò che gli altri vorrebbero fosse. Fino a quando la sua vita non subisce un sussulto dovuto all'incontro con Giulia (Valeria Golino), giovane istruttrice di nuoto il cui passato ed il cui futuro sono stati irrimediabilmente segnati da un evento al quale non è più possibile porre rimedio.

Si tratta di un film sulle scelte di vita sbagliate (Giulia), che si traducono a volte anche in inazioni (Guido), paura o mancata voglia di decidere, nascosti sotto l'"ombrello" protettivo delle proprie abitudini. La nostra esistenza dunque può essere un doloroso passaggio se non si ha il coraggio di scegliere e si rimane ingessati nell'indecisione; di contro prendere decisioni in maniera ardita ed avventata può minare la stessa vita per sempre, fino ad incrinarne rapporti, relazioni affettive ed umane senza i quali viene meno il suo stesso senso. In questo scenario non può dominare altro che la mestizia e un momento di felicità altro non è che una capriola di tristezza.


Giulia non esce la sera è dunque un film sull'ineluttabile scorrere delle proprie esistenze, che si trascinano a volte come sopravvivenza e consuetudini quotidiane (quasi fossero dettate da altri) e che solo un atto di coraggio, come reazione ad una successione di eventi che paiono senza via d'uscita, potrebbe sovvertire e sconvolgere: quell'atto sembra che, in questa storia di vite sospese, in ogni momento possa essere sfiorato dal protagonista, quell'atto cambierebbe anche la sua natura di scrittore piatto, ma poi tutto resta ogni volta al proprio posto.

Senza dubbio in quest'opera, che richiama temi intimistici cari a Piccioni, pur se proiettati nel contesto del crudo reale e delle relazioni pubbliche che circondano la vita di uno scrittore, ritroviamo una delle migliori recitazioni della della Golino: tutto in lei è misurato, tutto compassato, come si addice all'atmosfera di muta sofferenza che la circonda.





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