Regia di Larry Charles vedi scheda film
Nessuno reagisce più con disgusto quando qualcuno si confessa ateo, pochi svengono scandalizzati di fronte agli outing dei gay, pochissimi si proteggono col segno della croce quando s’imbattono in qualche sexy shop per strada o scena di sesso facendo zapping. Insomma, sul piano del bigottismo qualcosa è senz’altro migliorato rispetto a un tempo, ma l’ago della bilancia s’è spostato troppo velocemente da un estremo all’altro; in sostanza, Chiesa e religioni non vengono più viste con rispetto e l’anticlericalismo facile si diffonde a macchia d’olio. Purtroppo non è evoluzione del pensiero comune ma passiva assuefazione alla moda del momento, dovuta a indifferenza generale verso la “questione” religiosa. Di conseguenza non dispiace a nessuno sentir parlar un po’ male di dèi, papi e divina compagnia, quando capita l’occasione; è un diversivo piacevole, dato che fa sentire estranei alla massa. E il populino, si sa, adora l’appagamento facile offerto da lavoretti come Religiolus. Maher è una persona intelligente, non certo l’ultimo arrivato, ma con questo pseudo-documentario opera da manipolatore professionista: accurata selezione di malcapitati da intervistare, un po’ di collaudata ironia e via con lo show. Pur avendo la ragione dalla sua, il conduttore non riesce neppure a “incastrare” tutte le vittime: quando ce la fa si esalta e parte con battutine facili, mentre la cinepresa insiste sul volto sconfitto del poveraccio di turno; quando invece non ci riesce (ed è tutto dire vista la semplicità del suo compito) la butta sul sarcasmo, interrompe il discorso e cambia scenario, passando al prescelto successivo. Al montaggio domande e risposte verranno lavorate ad arte ed inframezzate con mini-segmentini appositi, così da renderle consone agli intenti di Larry Charles e del suo attore-reporter. Vera e propria contraffazione. Scusate se sembra retorico, ma viene in mente Michael Moore: molti criticano la sua presunta parzialità, il suo buttare in faccia la realtà sparando a zero sugli altri. Critiche legittime anche se in buona parte infondate. Ma allora da dove derivano tutte queste approvazioni per Religiolus, che si mette comodamente dall’unica parte ragionevole per poi appropriarsi di qualche ovvia verità, tesi e idee altrui riproponendole con irritantissima saccenteria? Bastava guardare un poco oltre l’umorismo di facciata per smascherare la dannosità di questa operazione malamente impostata e ancor peggio diretta. Non c’è malafede, solo una sconcertante superficialità.
un finto documentario che arriva di gran carriera a svelare l'ovvio come fosse una novità assoluta. Può meravigliare solo chi è stato assente dal mondo negli ultimi cinquant'anni.
quando si tratta di furbate e umorismo facile c'è sempre lui di mezzo.
la mente che ha generato il progetto. Un completo buco nell'acqua.
una delle vittime più ingenue
il tempo di una frasetta, poi non si vede più
individuo interessante
compare in un fotogramma, forse due
senz'altro una persona alquanto spregevole
un nome che è tutto un programma...
casca pure lui nella rete di Maher
deprimente
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