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Sunshine Cleaning

Regia di Christine Jeffs vedi scheda film

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La recensione su Sunshine Cleaning

di supadany
6 stelle

Discreto prodotto indipendente americano che propone una famiglia disfunzionale, e piena di problemi di ogni tipologia possibile ed immaginabile, con un piglio (forzatamente?) originale, ma non sempre risoluto e che si avvale di un cast di tutto rispetto, in alcuni casi (Amy Adams e Emily Blunt) in buon anticipo sui tempi.

Rose (Amy Adams) non ha avuto dalla vita quello che si aspettava in gioventù e il ruolo odierno da domestica le sta ormai stretto, tanto che, grazie ad una dritta del suo amante (fidanzato al liceo e ormai maritato all’amica di un tempo), si avventura nell’attività, ben remunerata, di pulizia delle scene del crimine.

Le cose sembrano finalmente prendere per lei una piega migliore, ma sua sorella Norah (Emily Blunt), sua giocoforza compagna in affari, attira i disastri con incredibile caparbietà e metterà la sua nuova strada in pericolo.

Pellicola molto vitale, nonostante l’impiego “svolta” di Rose e Norah, che viaggia sull’accumulo di particolari legati al passato (la tragica morte della madre, i sogni di un futuro assai diverso), al presente (l’impossibilità di avere una relazione normale ed uno status quo all’altezza delle compagne di un tempo) e al futuro (un bambino complicato da crescere, una sorella che ogni cosa che “tocca” distrugge).

Così senza dubbio non ci si annoia, altri personaggi quanto meno particolari fanno capolino (un padre, interpretato da Alan Arkin, che pare stralunato come pochi, ma che saprà rendersi protagonista, un commesso senza un braccio, “un’amica” di Norah trovata dopo uno dei primi incarichi del nuovo lavoro), tra una risata non omologata e altri momenti più riflessivi che prendono forza da un’insoddisfazione latente che trova solo pochi momenti di vera fuga.

Tutto quanto però abilmente costruito viene parzialmente vanificato da un finale troppo buonista e assolutorio, i cocci vanno a posto in maniera poco credibile e senza entusiasmi, altri aspetti vengono o chiusi senza particolare brio o lasciati deperire senza una chiosa all’altezza.

Così questo “Sunshine clearing” rimane un prodotto in grado di suscitare parecchie reazioni emotive, con un cast di tutto rispetto, ma poi lascia anche la sensazione di non trovare soluzioni che sappiano abbinare ad un certo spirito libertino il dovuto, e necessario, costrutto.

Irrisolto.

Su Christine Jeffs

Non mancano le buone idee, ma non sempre è in grado di coltivarle fino in fondo.

Su Amy Adams

Parte ricca di risvolti che le permette di mettere in mostra le sue capacità recitative.
Buona prova.

Su Emily Blunt

Ruolo da ribelle combina distastri, anarchica senza un fine, in grado di sprecare anche le buone intenzioni.
Più che sufficiente.

Su Alan Arkin

Sempre bravo, sa far apparire il suo personaggio, il padre delle due protagoniste, fintamente distaccato (uno sguardo che sembra sempre guardare altrove) e pazzerello (emblematica l'esperienza dei gamberi).
Sicurezza.

Su Mary Lynn Rajskub

Nei panni della nuova, e non casuale, amica di Norah.
Adeguata.

Su Jason Spevack

Volto da bimbo più interessante della media, anche perchè il personaggio ha i suoi spazi d'espressione.

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