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The Decline of Western Civilization

Regia di Penelope Spheeris vedi scheda film

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La recensione su The Decline of Western Civilization

di mm40
6 stelle

E' il reportage di una battaglia, questo The decline of western civilization; è la cronaca di uno scontro a fuoco sonoro - esclusivamente metaforico, sul piano musicale e intellettuale - fra 'vecchio' e 'nuovo', fra le generazioni nate prima della seconda guerra mondiale e quelle nate dopo. Il piano su cui si combatte è quello del rock, ma la rivoluzione in atto va ben oltre i confini dello stile musicale o dell'attitudine artistica: sono le propaggini del movimento punk inglese che si espandono negli Stati Uniti, radicalizzando concetti e ideali per poi rivomitarli sotto forma di dischi incandescenti sia sotto il profilo dei testi che sotto quello delle musiche. Penelope Spheeris, fra la fine del 1979 e il maggio del 1980, raccoglie 'sul campo' le testimonianze di questo fenomeno, aggirandosi per Los Angeles e dintorni, dove la situazione era esplosa; The decline of western civilization è una testimonianza preziosa per capire il pensiero di quei ragazzi (alcuni nemmeno più giovanissimi, già oltre la trentina) e per (ri)ascoltarne il messaggio sonoro. Si parla di band seminali per i futuri vent'anni - per lo meno - di storia del rock come i Black flag, i Germs, gli X, i Circle of jerks. Nei cento minuti di pellicola montati dalla Spheeris abbiamo l'opportunità di vedere in azione su palco tutti questi gruppi e altri ancora, in uno dei pochi documenti attendibili e realizzati con cura più che amatoriale di quell'epoca; gli inni del periodo sono White minority (Black flag), I don't care about you (Fear), Nausea (X), Shut down (Germs), tutti titoli dai quali si evince senza fatica alcuna la portata violentamente rivoluzionaria - battagliera, appunto - di quel movimento. Dalle interviste si carpisce poi lo spirito di unità e solidarietà che aleggiava ai tempi, che è ciò che rende una 'scena' tutte queste manifestazioni differenti e provenienti da disparati contesti. Fra le chicche, infine, possiamo qui entrare nella mitica 'chiesa' ('The church') in cui provavano e sostanzialmente erano accampati i Black flag. La Spheeris proseguirà come regista di lavori più 'conformisti' (nel 1992 dirigerà anche il super-successo Fusi di testa) e in un paio di occasioni cercherà - completamente invano - di 'rifarsi una verginità' etica-artistica licenziando due sequel di questo lavoro, nel 1988 e nel 1998: tutt'altra roba, anche perchè una situazione come quella vissuta nella LA del 1979/80 non ricapiterà più. 7/10.

Sulla trama

Una nuova scena musicale si sviluppa sul finire degli anni '70 attorno a Los Angeles e a gruppi poi divenuti leggendari come i Black Flag, i Germs, gli X; Penelope Spheeris si reca sul posto per conoscere da vicino il fenomeno.

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