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Stella

Regia di Sylvie Verheyde vedi scheda film

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La recensione su Stella

di mc 5
10 stelle

Già, il "Passaparola"...A volte funziona che pellicole poco visibili ma di grande qualità come questa, grazie ad un tam-tam, ad un reciproco passarsi la voce, diventino dei piccoli fenomeni dapprima di interesse e poi anche di incassi. Sta accadendo per esempio con il pregevole "L'ospite inatteso", film che sta pian piano crescendo, grazie anche ad una spinta di partenza impressa dalla stampa che ha fatto da propulsore al diffondersi della "voce". Già. Tutto questo può accadere. Ma -a parte che si tratta di miracoli, di casi rarissimi- ci vogliono dei presupposti ed essenzialmente uno (che nel nostro caso manca): l'esistenza stessa della pellicola. "Stella" per essere uscito nelle sale è uscito, ma...in quante? Quando un film esce in meno di una decina di sale, hai voglia tu, a fare il "Passaparola"!! La verità è che questo ottimo film lo abbiamo visto in quattro gatti e presto sparirà, e amen. Oltretutto poi, è distribuito dalla piccola "Sacher", la "casa" gestita da Nanni Moretti: beh, io supponevo che Moretti avesse più potere contrattuale, e invece vedo che i film da lui distribuiti, per quanto il catalogo sia estremamente selettivo e composto tutto di film molto interessanti, escono in un numero ridottissimo di copie e dunque passano come meteore in pochissime sale. Ciò può anche provocare legittimamente rabbia e disappunto, ma questo è il mercato, questo è il sistema. Funziona così. Il film, come la quasi totalità della critica ha rilevato, è un piccolo capolavoro. La storia, tenerissima ed emozionante, di una ragazzina dodicenne a cui una estrazione famigliare modesta, e tutta una serie di altri motivi, hanno riservato un destino un pò complicato. Stella è una persona sola e soprattutto tutta racchiusa dentro una specie di bolla che la separa dal mondo esterno. Possiamo definirla un pò "selvatica", in un certo senso. Lei vive respirando una "sua" aria che non è quella degli altri, è come se mettesse una barriera fra sè stessa e il prossimo. Eppure non è timida, è solo che vive nel suo mondo, rassegnata a non cambiare mai, destinata all'ignoranza come una "bestiolina", e sempre attenta a non permettere a nessuno di entrare nel suo territorio. Eppure anche lei sente il bisogno, ad un certo punto, di avere un'amica, almeno una. E che sia un'amica vera, con la quale condividere anche i pensieri più intimi. Qualcosa di assai diverso, insomma, da ciò che non ha potuto scegliere ma che il destino le ha imposto, tipo la sua "amichetta del nord", quella "furbetta", quella che "va coi ragazzi", e con cui condivide solo scherzi e giochi infantili che però non le bastano più. E nella nuova scuola troverà effettivamente un'amica, la quale le sconvolgerà la vita, nel senso che rappresenterà quel tramite per affrancarsi da un'esistenza opprimente, facendole capire che solo la cultura potrà LIBERARE la sua personalità, renderla forte e consapevole. Ma la cosa più importante per capire questa testolina un pò matta è osservare con attenzione il suo habitat famigliare che è davvero speciale, compito a cui la macchina da presa assolve con dovizia di dettagli. In pratica Stella ha come casa un bar. I genitori gestiscono, lavorandoci praticamente giorno e notte, un bar-osteria-locanda frequentatissimo da un'utenza assai bassa, composta in prevalenza di gente "bastonata" dalla vita: e Stella, non avendo amici, ha come unici modelli di riferimento proprio i clienti abituali del locale, dei quali è diventata un pò la mascotte. E poi naturalmente ci sono i genitori, due persone forse immature per svolgere un ruolo educativo, un pò perchè troppo presi dal lavoro, un pò perchè effettivamente non riescono ad assumersi la responsabilità di "indagare" su cosa passa davvero per la testa della figlia. Insomma, pian piano ai due genitori saltano i nervi e si separano, pur continuando a lavorare e a convivere nello stesso bar. E tutto questo non fa certo bene alla bambina che, ovviamente, vede perdere sempre più peso ai pochi punti di riferimento che ha. Sì, perchè Stella non è certo stupida. Anzi è molto sensibile, ma ha bisogno, oltre che di calore umano, di un appoggio, di qualcuno di affidabile su cui poter contare (e i genitori non lo sono affatto). Stella ha bisogno di confrontarsi con qualcuno, sennò continuerà per sempre a misurarsi solo con sè stessa, a cantarsele e suonarsele da sola. L'attrice giovanissima che interpreta Stella è una meraviglia di bambina, vien voglia di coccolarsela, tanto è autentica e tenera nella sua "selvaggia fragilità". E' un personaggio scritto con mano assolutamente felice dalla regista e sceneggiatrice Sylvie Verheyde, la quale peraltro non ha fatto certo mistero con la stampa di essersi in buona parte ispirata alla propria stessa esperienza biografica. Un film tenerissimo, ma di uno struggente perseguito senza mezzucci, con molta naturalezza. E poi il resto lo ha fatto la giovane Lèora Barbara, piccola attrice dotata di una autenticità talmente spontanea da far impressione (verificabile nei primi piani in cui i suoi occhi non paiono nemmeno rivelare che stia recitando). Altro elemento positivo di sceneggiatura è la descrizione del bar, inteso proprio come Ambiente e come psicologìe degli avventori: e qui mi pare di aver individuato (ma posso anche sbagliare) una scelta della regista nel voler contrapporre l'ingessatura e la rigidità delle aule scolastiche con quei professori un pò nevrastenici alla vitalità anarchica che si sprigiona nel bar, specie la sera quando i clienti "fanno festa" ballando davanti ad un jukebox ad alto volume. E poi c'è un dubbio che ti resta dentro, di fronte a questa dodicenne ombrosa e chiusa nella sua "gabbia": è immatura o è troppo matura?? Forse entrambe le cose, ma con una certezza: che è un personaggio, cinematograficamente parlando, splendido. Quasi una sintesi del protagonista dei "400 colpi" di Truffaut e della ragazzina de "Il tempo delle mele". Qui non c'è il timore di spoiler, non essendo un thriller, e dunque posso dire che alla fine si perfezionerà (o almeno se ne verificheranno le premesse) il passaggio di Stella dall'infanzia a quell'adolescenza consapevole che la traghetterà verso l'età adulta. E dunque lei ne uscirà rafforzata nella personalità e più cosciente dei propri mezzi ed obbiettivi. Bravissima anche l'attrice che impersona la madre di Stella, personaggio apparentemente sbrigativo nei modi ma in realtà ricco di sfumature (osservate bene questo ruolo: non che sia memorabile ma è piuttosto rappresentativo di come -e, badate, è un ruolo tutto sommato modesto- i registi e gli attori italiani abbiano tanto da imparare dai cugini francesi). Da segnalare inoltre con malinconìa la presenza, tra la fauna del bar, del povero Guillaume Depardieu, nel suo ultimo ruolo prima della scomparsa. E poi c'è da registrare una nota piuttosto curiosa. Il film è uscito nelle sale con un "bel" divieto ai minori di 14 anni che ha suscitato giusta indignazione. Ma qui consentitemi un'annotazione parzialmente controcorrente: ipocrita chi ha imposto il divieto ma ipocrita anche chi ha fatto finta di non capirne il motivo, quando invece è del tutto evidente che il divieto attiene ad una sequenza molto precisa. E spero di non essere per questo accusato di oscurantismo. Anzi, andiamo fino in fondo: ci si riferisce ad uno squallidissimo personaggio del film che, verso la fine, tenta (da adulto quale è) un approccio verso la ragazzina: ma va precisato che, oltre ad essere un episodio piuttosto marginale nel contesto, esso non concede assolutamente nulla alla morbosità di chi lo guarda, e dunque il divieto suona ancor più inutile e superfluo. Avete presente la protagonista di "Juno"? Beh, diciamo che (pur avendo io amato quel film, i suoi personaggi e le sue deliziose canzoni), Juno è tanto americana e dunque lontana anni luce dalla nostra sensibilità auropea, quanto Stella è al contrario tangibile, viva, e la sua vicenda condivisibile dallo spettatore italiano. Alla fine, quando esci dalla sala, hai come la sensazione di aver conosciuto davvero Stella, e che Stella esista davvero.Tutto questo ha un nome: è la MAGIA del Cinema. Che si rinnova ogni volta.
Voto: 10

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