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Tokyo sonata

Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film

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La recensione su Tokyo sonata

di alan smithee
8 stelle

Tokyo oggi (o l'altro ieri): una famiglia benestante piegata dalla crisi economica che finisce per condizionarne pure i destini emotivi e caratteriali: le proprie scelte di vita, i propri programmi, le emergenze che piombano addosso come meteore senza preavviso. Un padre di famiglia, impiegato come responsabile delle risorse umane di una grossa azienda, viene licenziato perché il costo del suo incarico corrisponde a quello di ben tre cinesi del suo stesso livello. Scoraggiato e alla ricerca affannosa e vana di un impiego di pari prestigio, l'uomo cela la sua situazione precaria a tutta la famiglia, finendo per accontentarsi ad accettare mansioni umili, sottopagate e sottostimanti, in un centro commerciale. Intanto la moglie, casalinga indaffarata a tenere saldo l'equilibrio familiare, deve lottare per dissuadere (invano) il figlio maggiore ad arruolarsi tra le forze che partecipano alla missione per la pace in Medio Oriente, o per cercare di convincere il marito a non ostacolare senza appello la passione del ragazzo minore per la musica ed il pianoforte, un amore che lo coinvolge fin ossessivamente. Intanto la donna un giorno viene coinvolta in un maldestro tentativo di rapina e rapimento, da parte di un balordo meno pericoloso di quanto possa inizialmente apparire: ccasione che le consentirà di aprire la mente a problematiche e situazioni che le sono molto più vicine di quanto essa possa sapere. Una serie concitata di situazioni intrecciate che consentono al bravo Kurosawa di aprirsi verso un genere a lui piuttosto nuovo ed inconsueto, quasi possa trattarsi di una maturazione ad argomenti seri e più razionali, come quello della famiglia e i suoi delicati equilibri spesso fuori sincrono e bisognosi di una regolata. Da una situazione senza via d'uscita, almeno apparentemente, corripondera' un ritorno a casa di almeno tre dei quattro membri della famiglia (ma il figlio maggiore, dalla sua missione in lidi lontani, darà almeno notizie rassicuranti si sé con una lettera): stanchi, spossati, sporchi e anche feriti, nel corpo e nell'anima, ma maturati verso nuove consapevolezze, e per questo più uniti, saggi e maturi. E un concerto finale del figlio minore, la "sonata" del titolo, che stupira' un pubblico ammutilito da tanta passione ed ardore interpretativo da parte di un ragazzino cosi' sensibile e dotato, sancira' un ritorno ad una vita di famiglia più franca, sincera, o almeno più rispettosa delle singole attitudini, dignità e d interessi di chi la compone.

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