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Hard Candy

Regia di David Slade vedi scheda film

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La recensione su Hard Candy

di uccio
8 stelle

Hard Candy è un film che vuole trattare tematiche problematiche in maniera originale ma che si stempera pian piano in un impianto da thriller più canonico, giocato sulla tensione e sul confronto tra i due protagonisti. Protagonisti interpretati ottimamente da Patrick Wilson ma soprattutto da una determinata Ellen Page, vero centro di tutto il film.

Hayley (la Page) e il fotografo professionista Jeff (Wilson) si conoscono su una chat. Dopo circa tre settimane i due si incontrano, lui è un uomo maturo, lei una quattordicenne minuta ma molto sveglia. Dopo i primi approcci durante i quali la ragazzina si dimostra vagamente provocatoria, la scena si sposta a casa di Jeff.

Per nulla intimorita Hayley inizia a mettersi a proprio agio e pian piano lo spettatore si trova di fronte a un punto di vista invertito. Quella che ci si aspetta sia la vittima si rivela essere un piccolo e sadico carnefice.

Da questo punto in avanti l'ambiguità potenziale del film inizia a sbiadire mutandosi in una narrazione più canonica vicina al thriller o al semplice racconto di vendetta. Il regista compie comunque un buon lavoro soprattutto nella direzione dei due attori potendosi avvalere di una Page decisamente in grande forma. Scordatevi la ragazzina carina di Juno, qui vi troverete di fronte una tipetta decisamente priva di scrupoli (o quasi). Forse Slade non ha il coraggio di andare fino in fondo con alcune scelte o in alcune sequenze e lascia in sospeso alcuni spunti che francamente non hanno nessun peso nell'economia generale della pellicola; riesce però a portare a casa un film che si lascia guardare fino all'ultima, comunque interessante, sequenza. La prima parte è la migliore, quando poi si inizia a giocare a carte scoperte l'interesse scema ma alla storia rimane comunque un discreta tensione di fondo che me ne ha fatto apprezzare il risultato.

L'aspetto psicologico e morale della vicenda, nonostante si vada un po' a perdere con l'incedere della storia (ma mai del tutto), lascia parecchi spunti di riflessione che vengono riproposti anche nella scelta davanti alla quale i protagonisti si trovano sul finale della pellicola.

Una possibilità a questo film e a Slade (regista anche di 30 giorni di buio) la darei, non fosse altro per la bella prova della Page, un giovane e sadico Cappuccetto rosso.

PS: questo film non è mai arrivato nei cinema italiani. Con tutto quello che ci propinano la domanda nasce spontanea. Ma perché?

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