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I diamanti della notte

Regia di Jan Nemec vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I diamanti della notte

di sasso67
10 stelle

Due giovani fuggono da un carro bestiame sul quale vengono trasportati degli ebrei, diretti verso un campo di concentramento: i due ragazzi, infatti, indossano una giacca sul cui dorso sono disegnate le lettere KL, che stanno per Konzentrationslager. Si odono delle grida di «alt!» e degli spari, sempre più lontani: evidentemente i soldati hanno rinunciato ad inseguirli. I due, uno più alto e uno più basso, si inoltrano nella foresta. Ci accorgiamo che soltanto uno dei due indossa un paio di scarpe, peraltro troppo strette. Sapremo, grazie ad un flashback, che le scarpe appartenevano all'altro prigioniero fuggito e sono state oggetto di scambio tra i due, per un tozzo di pane. I fuggiaschi passano la notte in un capanno di caccia, poi vedono una donna che porta da mangiare ad un contadino che ara un campo. Seguono la donna fino a casa, dove ottengono un po' di pane e di latte. Nel frattempo, una squadra di anziani cacciatori, armati di moschetto, ha individuato i fuggitivi e li bracca da vicino: fallito il tentativo di saltare su un autocarro, i due sono catturati. A questo punto, rivelare il finale, anche volendo, non è semplice. A causa di una narrazione continuamente interrotta da sogni, allucinazioni e flashback, non si capirà se i due fuggiaschi, dopo un processo lampo, saranno giustiziati oppure lasciati liberi tra gli applausi degli anziani cacciatori. I diamanti della notte è uno dei capostipiti della Nova vlna cecoslovacca e, con i suoi poco più di sessanta minuti, un piccolo capolavoro del cinema. Faulkner e Kafka, dal punto di vista letterario, Resnais e Buñuel, da quello cinematografico, presiedono al primo lungometraggio (se così si può chiamare) del regista ceco Jan Nemec (Praga, 1936), che si guarda con la sensazione di assistere all'allucinata fuga di due pesciolini dalla padella verso la brace. Ma la potenza e la fantasia del cinema possono anche riuscire a fare miracoli. Nemec è stato il regista forse più colpito dalla "normalizzazione" post Primavera di Praga e non è un caso, infatti, che delle sue opere, all'estero si trovi poco o niente. I diamanti della notte, per fortuna, è un film quasi muto - le battute di dialogo possono essere contenute in mezza paginetta di bloc notes - e quindi si può seguire anche in una qualsiasi versione reperibile senza sottotitoli.

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