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In amore niente regole

Regia di George Clooney vedi scheda film

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La recensione su In amore niente regole

di mc 5
8 stelle

Per una volta, consentitemi di partire dalla fine, cioè da ciò che di solito occupa le righe conclusive di ogni mia recensione, vale a dire la colonna sonora. L'autore della soundtrack di questo film è infatti un genio assoluto della musica, uno di quei talenti immensi di fronte a cui ci si dovrebbe ogni volta togliere il cappello. Randy Newman, uno dei miei miti da sempre, è musicista raffinato e geniale, nonchè persona colta, acuta ed intelligente. E in questo film riesce perfino a ritagliarsi un piccolo spazio che lo vede fare ciò che gli riesce meglio e cioè sfiorare i tasti del pianoforte, (all'interno di un bar mentre sta impazzando una rissa) lo si vede inquadrato per pochi secondi. Chiedo scusa per il mio entusiasmo ma davvero di musicisti come Newman ne nasce uno ogni morte di papa. E veniamo al film, che è godibile e divertente, e che si rifà a dei modelli antichi ai quali vorrebbe essere un omaggio. E il modello è, evidentemente, la commedia brillante classica americana degli anni '20, anni che qui vengono ricostruiti alla perfezione, con attenzione maniacale ai dettagli (treni, salotti, alberghi, abiti, automobili): una scenografia impeccabile che regala suggestioni legate a quell'epoca che viene qui evocata con sapienza e competenza in modo coinvolgente. Al centro della vicenda la nascita del football americano, con le sue controverse regole agonistiche e con i suoi eroi rudi e maldestri. Precisamente, l'attenzione della sceneggiatura si focalizza su quel delicato momento di passaggio che vide il football USA trasformarsi da attività amatoriale priva di regole, ed anche piuttosto violenta, a professione sportiva a tutti gli effetti, sottoposta a codici e norme. Clooney ha realizzato il suo sincero atto d'amore verso le vecchie commedie romantiche hollywoodiane, quelle in cui primeggiavano i Cary Grant o i Clark Gable, che qui sono per lui il preciso modello su cui ricalcare uno stile di recitazione. E Clooney in questo è maledettamente bravo, la sua brillantezza è tale che in certi momenti sembra proprio di vedere al lavoro il miglior Cary Grant. La ricostruzione delle sorti del football americano è interessante anche per chi, come il sottoscritto, ne è privo di qualsiasi cognizione tecnica. Ed implica anche uno sguardo critico sul mondo dello sport e dei suoi valori, tanto che quando si parla di procuratori corrotti o di commissari nominati a ristabilire la verità su illeciti sportivi, noi italiani non possiamo fare a meno di collegare certe situazioni con la nostra "calciopoli": c'è anche un losco personaggio (interpretato dall'ottimo Jonathan Pryce) nel quale possiamo ravvisare curiose analogìe col nostro Moggi. Clooney impersona il capitano della squadra dei Duluth Bulldogs, squadra che si dibatte in difficoltà economiche e che per questo rischia lo scioglimento. Nella vicenda entra poi una giornalista d'assalto che intende far luce su un oscuro episodio bellico che viene sbandierato per attribuire un presunto alone di eroismo ad un giovane giocatore emergente. Ovvio che tra la giornalista e il "capitano" Clooney scocca la magica scintilla, ma anche il giovane giocatore presunto "eroico" è coinvolto e non gradisce la love story essendo anche lui invaghito della bella giornalista. Insomma si innesca un meccanismo di schermaglie amorose che fa rivivere i tempi in cui duettavano, punzecchiandosi amabilmente, Spencer Tracy e Katherine Hepburn. Il talento di Clooney è ormai conclamato, attore che svetta come pochi in brillantezza, simpatia istintiva, sapiente autoironìa, immensa versatilità. E come regista ha dato prova di qualità crescente, realizzando finora tre film pregevoli, confermandosi indiscutibilmente versatile anche come regista (i suoi tre film non potrebbero essere piu' diversi fra loro!). I problemi arrivano con la Zellweger, di cui non intendo disconoscere le qualità, ma direi che è una questione di "pelle": l'attrice non mi è mai piaciuta e -ripeto- non è che non sia brava ma trovo il suo repertorio di smorfiette, boccucce e mossettine francamente insopportabile, in quanto emblema di un narcisismo che ha pochi uguali nel cinema. Difetti che lei ha sempre avuto ma che qui sembrano esplodere. Tuttavia la nostra Renèe non riesce a scalfire la qualità di un prodotto ampiamente riuscito, efficace e coinvolgente, per merito appunto del talento di Clooney, il quale aspira a diventare, tra regìa e recitazione, la piu' importante ed acclamata star di Hollywood. E se aggiungiamo che George è anche persona intelligente e con una propria accorta e consapevole visione del mondo, beh, direi che il quadro è perfetto: può un uomo essere piu' fortunato?
Voto: 9

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