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Lisztomania

Regia di Ken Russell vedi scheda film

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La recensione su Lisztomania

di maso
10 stelle

  

 

 

Fantasmagorico, sbalorditivo, coloratissimo, caotico caleidoscopio di Ken Russell in forma strepitosa, che non venne capito allora e non viene apprezzato ovviamente oggi, in tempi in cui i ragazzi non vogliono essere stimolati a pensare ma semplicemente ad ingurgitare quello che chiedono e che ovviamente gli viene dato con grande piacere dagli spacciatori di eroina filmica che sono i produttori di mere operazioni commerciali come "Twilight", ai quali dico bravi: continuate a rifornirli di muro grattato al posto di brown-sugar purissima che andando avanti così gli intaserete le vene del cervello proprio karasciò.          

Ken Russell era reduce dal bellissimo e riuscitissimo “Tommy”, un opera rock che esponeva visivamente il celeberrimo disco omonimo degli WHO per il quale si adoperò a concepire una sceneggiatura che derivasse direttamente dall’album e dalla musica;  per "Lisztomania" invece trasse il meglio dalle idee sperimentate in "Tommy" ma decise di rielaborare in maniera completamente fantasiosa la vita di Franz Liszt, geniale compositore e musicista ungherese del 19° secolo che rivoluzionò lo stile e l’esecuzione al pianoforte ma anche il modo di approcciarsi al pubblico, dato che fu uno dei primi ad intraprendere vere e proprie turné nelle più importanti città d'Europa.                                                                       

L’idea geniale, che più delle altre mi ha colpito durante la visione è la completa libertà da parte di Russell di mescolare nella sua opera elementi che in apparenza sembravano impossibili da far coesistere, come gli anacronismi e i rimandi storici a fatti che avverranno posteriormente alla morte di Liszt, in pieno 20° secolo: ad esempio il flashbeck in cui il protagonista ricorda il periodo dell’amore giovanile vestendo i panni di Charlot e come d’usanza tra i giovani degli anni settanta divide con la sua compagna un gustoso spinello, il tutto ovviamente sulle note della celeberrima “Sogno d’amore” dello stesso Liszt.                                        

Russell a ragion veduta ha riversato nel suo calderone una infinità di generi cinematografici legandoli tra loro con il suo stile inconfondibile fatto di scenografie barocche,  di costumi sgargianti ed eccessi visivi creando un mondo che non può essere definito chiaramente se non come fantasia pura dato che gli episodi chiave della vita di Liszt ci sono tutti, ma sono arricchiti come già accennato da elementi che li deformano senza mai travisarne la sostanza: le sue avventure sentimentali sono soft-core allo stato puro, il significativo incontro con la principessa Carolina durante la turné in Russia e la conseguente conversione all’intensa attività religiosa sono più riconducibili all’affresco storico, mentre nel travagliato rapporto con la figlia Cosima, che diventerà la compagna del suo amico e rivale Richard Wagner si sconfina apertamente nell’horror più classico di Shelley e Stoker con Wagner che assume il ruolo di antagonista, nemico, mostro, ma Russell attinge a mani basse anche dalla pop art, dai fumetti, dalla satira religiosa, dal musical fino a giungere ad un finale totalmente fantasy e fantascientifico nel quale però si può scorgere un messaggio di pace e amore che prevale sull’assurdità del totalitarismo e l’antisemitismo nazista.                    

Se l’esposizione e i due protagonisti cioè Daltrey nel ruolo di Liszt e Nicholas nel ruolo di Wagner rimandano direttamente a "Tommy", sono da sottolineare invece due differenze essenziali rispetto ad esso: in "Lisztomania" le scene recitate si alternano a quelle coreografate e musicate mentre in "Tommy" il cantato è continuativo, inoltre il genere musicale attribuibile al film in questione è palesemente progressive-rock o art-rock se preferite, molto in voga in quegli anni in cui ELP, Genesis, e compagnia bella dominavano le classifiche con i loro intarsi barocchi dominati da tastiere monofoniche come il Mellotron, il Moog o l’organo Hammond, in "Tommy" il genere è ovviamente il rock appena contaminato dagli in­serti orchestrali visto che gli WHO ne sono a tutt’oggi uno dei gruppi più rappresentativi ed influenti e la chitarra è indiscutibilmente lo strumento dominante.

Un altro aspetto singolare del film è l’aver composto il cast di attori e musicisti comparsi e provenienti da film o complessi leggendari: c'è Ringo Star, che non ha bisogno di presentazioni, nel ruolo del Papa, a cui viene messa in bocca una delle battute che più mi ha colpito, di risposta proprio al protagonista: “ La verità ti appare strana rispetto alla finzione? Noi professiamo la finzione da 2000 anni! “, il leggendario Rick Wakeman, tastierista degli YES, che ha collaborato attivamente alla realizzazione della colonna sonora oltre a ricoprire il singolarissimo ruolo di Thor, la bizzarra creatura partorita dalla mente di Wagner/Nicholas al quale Liszt/Daltrey dice: “E' un personaggio da fumetti “ e la scena ricorda molto la nascita di Rocky nel "RHPS" con il quale questo film condivide anche la partecipazione di Nell Campbell che ricopre il ruolo di Olga Janina, una monaca viziosa, c’è Sara Kestleman meravigliosa ed anche intrigante nel ruolo della principessa Carolina che ho riconosciuto al primo sguardo come la sacerdotessa May in “ Zardoz “ di Boorman, uno dei fantasy  più famosi degli anni settanta e Aubrey Morris, il signor Deltoid di “ Arancia Meccanica “.

Tutti questi motivi fanno si che io consideri “Lisztomania” un film bellissimo, che rispetto ad altri lavori di Russell ha un ritmo incessante e vivacissimo ed è stracolmo di idee ed eccessi che lo rendono in assoluto uno dei migliori del geniale regista considerato da molti il Fellini britannico ma non ne consiglio la visione a tutti proprio per i motivi citati in apertura: i ragazzi della generazione attuale vogliono sorbirsi gli sbaciucchiamenti di un vampiro innamorato con sviolinate di sottofondo per cui presumo che siano stuzzicati dalla commistione dei generi, ma non sanno più sognare ne fantasticare e si accontentano di rincoglionirsi con queste iniezioni di muro grattato per cui buon divertimento poveracci che non siete altro.

Attenzione però: non voglio fare di tutta l'erba un fascio, sono convinto che ci siano ancora dei ragazzi in gamba in giro, ma purtroppo la mediocrità della massa domina incontrastata e tutto ciò me lo fa pensare l'orrenda moda reppettara che ha imbastardito la nostra musica e il modo di vestire, cosa ci trovate di bello in un bombardamento di parole e parolacce senza un filo di melodia dietro o nel tatuarvi anche la sacca delle palle?

Ascoltatevi invece un sonata di pianoforte di Liszt o un bell'album degli Who, quella si che è musica, non i vostri sproloqui continui o le vostre mosse reiterate tutte uguali.

 

Dedicato a Ken Russell...mi mancherai genio

 

La colonna sonora

Gran bella musica, ho il vinile in cambusa

Ken Russell

Che genio visionario! Immensa regia

 

Roger Daltrey

Grande Roger!Bravo anche a recitare

 

Paul Nicholas

Inquietante, e lo hanno conciato in svariati modi, bravissimo

 

Ringo Starr

Favoloso Ringo, Papa percussionista

Rick Wakeman

Rick sei un mito come Thor

Fiona Lewis

Slurp

Nell Campbell

Carina nella parte della monaca birichina

 

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