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Nightwatching

Regia di Peter Greenaway vedi scheda film

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La recensione su Nightwatching

di alemartini74
4 stelle

25 anni dopo I misteri dei giardini di Compton House, Greenaway ne riprende in parte i temi e la struttura narrativa: il rapporto fra pittura e realtà, la figura del pittore come unico depositario della verità poiché è l'unico davvero capace di "vedere nella notte", e la presenza di un mistero risolvibile solo tramite una serie di fantasiosi indizi presenti nei quadri.
Qui però il risultato è alquanto deludente. 
 
Come è capitato (troppo) spesso nelle recenti opere dell'autore inglese i giochi intellettuali, le sciarade visive e i continui rimandi all'iconografia pittorica rimangono confinati in una struttura narrativa piatta e lineare. Si sa che Greenaway non è mai stato interessato a raccontare storie perché, come ha avuto spesso modo di dire, "il cinema è un mezzo troppo complesso per essere lasciato in mano a semplici storytellers"; purtroppo però lo stile del regista è diventa negli anni troppo "chiuso" e autoreferenziale persino per i sui più sfegatati ammiratori.
 
La sceneggiatura è molto sottotono, confusa e poco incisiva, con lunghe scene lente e spesso ripetitive fino a culminare in un finale prevedibile. Rispetto alle sue prime opere la mancanza di Sacha Vierny, geniale direttore della fotografia, si sente molto.
 
Come già in alcuni suoi film precedenti, anche in questo Greenaway associa l'omosessualità ad antagonisti o comunque a personaggi negativi. Non sembra però esserci moralismo o un giudizio negativo sull'omosessualità di per sé: questi personaggi sono in sostanza negativi non in quanto gay ma piuttosto perché non si accettano, ricavandone nevrosi e vivendo di nascosto le loro passioni omosessuali, in modo da rendersi possibili vittime di complotti e ricatti.
 
Comunque rileggere La ronda di notte in chiave gay è tanto spassoso quanto improbabile.

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