Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Seconda prova registica per Sordi e lieve passo indietro: dopo la cartolina dal Regno Unito (Fumo di Londra), questa volta Albertone ci scrive - in prima persona e con particolare attenzione proprio alla sua persona - dagli Usa. Ed è un pasticcio risaputo di luoghi comuni e situazioni banali, che evidenzia quanto superficiale sia la conoscenza degli Stati Uniti da parte del regista/attore, e che gli serve inoltre per riproporre i classici stereotipi sull'italiano imbroglione e poveraccio, ma fondamentalmente un cuore d'oro, attaccato alla famiglia prima che a qualsiasi altra cosa (l'americano, apparentemente amichevole e disponibile, è invece attratto essenzialmente da soldi e vita lussuosa). Finale rassicurante con richiamo alla moralità ed ai buoni sentimenti, che dimostra l'intenzione 'favolistica' di Sordi di ritrarre ciò che lui a braccio immagina piuttosto che l'effettiva realtà, rimanendo strettamente legato al personaggio da sè stesso rappresentato (e idem valga per De Sica, nei panni del signore di mezza età elegante e misurato, in realtà disperato truffatorucolo). Niente di nuovo, purtroppo.
Giuseppe, benzinaio di mezza età, riceve la grande notizia: suo padre è ancora vivo e lo aspetta negli Usa; lo ha ritrovato grazie ad una popolare trasmissione tv. Giuseppe va in America, incontra le usanze e i personaggi locali (biondone e gangster, fast food e macchinone), nonchè il padre, che si rivela però essere uno squattrinato millantatore che campa di truffe. Un colpo di fortuna è dietro l'angolo...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta