Regia di Agustín Díaz Yanes vedi scheda film
Ognuno ha il suo tempo ed il suo fascino. La perfezione, spesso, stà nell'imperfezione.
Mi aspettavo un film diverso. Più coinvolgente, più avvicente e dinamico.
Forse ho trovato altro, la realtà. Un film che parla senza scalpore delle vicende politiche di un grande Regno in lotta con tutti e contro tutti. Un regno che si erge sugli altri grazie al sangue dei suoi soldati e dei mercenari; la questione è nebulosa o placidamente chiara. Sono tutti mercenari?
In un mondo dove non solo il potente vince sempre, ma umilia e degrada chiunque, anche se ben armato, il mercenario riesce ancora a trovare spazio per il patriottismo. Una contraddizione o una fuga quando la vita non ha più nulla di buono da darci?
Davvero notevole il senso di impotenza di fronte alle continue e sanguinose guerre in ogni parte d'Europa.Le ricostruzioni sono forse spazialmente e numericamente limitate, ma comunque efficaci. La vita del soldato di ventura o meno non è una passeggiata; gli orrori fatti, visti e subiti sono innumerevoli, ma l'animo umano riserva sempre delle soprese. L'amore sembra sempre ricavarsi un angolino dovre sopravvivere. Un piccola nicchia che vorrebbe esplodere a volte, ma trova sempre qualche impedimento.
Un mondo triste, dove i tempi si dilatano nella violenza e si fanno piccoli piccoli quando il sole splende.
Forse un film sottovalutato, che va capito, apprezzato nelle piccole pieghe che lo distinguono da un colossal americano. Penso che a volte tutto ciò che guardiamo non vada apprezzato per la sua assoluta perfezione. Meglio, spesso non amiamo affatto la perfezione. Ciò che ci attira sono le piccole impurità che contaminano ogni cosa, ogni aspetto della vita. Un vecchio albero scarno e cadente è certamente più interessante di un bel pioppo dritto. Ognuno ha il suo tempo ed il suo fascino. La perfezione, spesso, stà nell'imperfezione.
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