Espandi menu
cerca
XXY

Regia di Lucía Puenzo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su XXY

di giancarlo visitilli
8 stelle

Uomo o donna, carne o pesce, salato o dolce, vertebrato o invertebrato, x o y…. Persona. La ricerca dell’identità, non solo di una singola persona, ma di un intero popolo, quello argentino, è al centro di questa bella prima opera della trentenne argentina, Lucia Puenzo, figlia del celebre regista Luis, passata con successo alla Settimana della critica dell’ultimo festival di Cannes, dove ha ottenuto il massimo riconoscimento della sezione.
XXY sono le tre lettere che, oltre ad essere il titolo criptico del film, rappresentano un’anomalia cromosomica, di quelle persone che hanno all'interno del loro patrimonio genetico sia dei gameti maschili che femminili.
Dall’immaginazione della solare argentina, lo sguardo repentino va al cielo plumbeo, o all’oceano schiumoso, le cui onde s’infrangono sulla terra arida dell’Uruguay, dove una famiglia si è riparata dagli occhi indiscreti, per introdursi in una sorta di catarsi utile però alla sopravvivenza.
Un padre, una madre e la drammatica intimità di una figlia quindicenne, Alex, nata diversa, con un segreto nascosto tra le gambe. A dissipare o ad infittirli maggiormente i dubbi di lei provvederà Alvaro, figlio maggiore di una coppia di amici di Buenos Aires, giunta in Uruguay per aiutare la famiglia di Alex. Infatti, il padre di Alvaro è un chirurgo plastico, che però dovrà scontrarsi con la resistenza di un padre, determinato e protettivo.
Insieme all’identità, vi è senz’altro il dubbio fra la scelta e la possibilità della non scelta: un padre che tentenna fra il lui e il lei, impegnato in compagnia della moglie a combattere una battaglia già in partenza persa, nel caso di Alex, anche lei fortemente dubitante nello scegliere quale parte lasciare prevalere e quale castrare. Quindi una vita di tutti, adulti e più giovani, sospesa, proprio come quella del popolo argentino, ancora alle prese con l’indubbio valore della propria esistenza politico-sociale, dopo gli ultimi avvenimenti che in questi ultimi anni, l’anno vista protagonista di storici e drammatici avvenimenti. Quali le conclusioni? Nessuna, se non ancora l’ennesimo dubbio: é possibile una vita divisa a metà, in un mondo in cui la stereotipizzazione non lascia la possibilità a nessuna diversità, che si distingua dalla massa, di esprimersi e di vivere serenamente.
La Puenzo sceglie un modo di narrare interessante, asciutto e discreto, con camera a mano e una colonna sonora quasi accennata, riesce a situare la storia ora tra il thriller emozionale, poi anche intorno ad una certa drammatizzazione. XXY è una sorta di giro intrigante su montagne russe come fossero i meandri della confusione e dell’amore. La regista si avvale di un’eccezionale attrice, Inés Efron, che nei panni di Alex, la fanno assomigliare all’ermafrodito di Bernini, non più adagiato sul marmoreo letto, ma in posizione retta, vitale, combattiva, seppur perdente.
La regista argentina riesce ad entrare nella vita degli adolescenti, facendosi portavoce di quelle sensazioni della conoscenza mediante il sesso, che nel mondo adulto si dissipano col tempo e sotto lo sguardo indiscreto di un mondo sempre più attento alle classificazioni. Infatti, la Puenzo riesce ad offrire allo spettatore un accenno dell’amore fra Alex e Alvaro, per poi bloccarlo a causa delle paure, ma che nonostante tutto cova sotto la cenere quel senso dell’amore, divenuto ormai “razza in estinzione”. Tutti i personaggi, i luoghi e le cose hanno in comune l’acqua che qui non serve a spegnere nessun fuoco, ma anzi è l’elemento vitale per tutto e tutti.
Non mancano scene di grande impatto emotivo: la doccia tra le due ragazzine; la pipì di lei e di lui sulla spiaggia, mentre son quasi spiati da una luna, anch’essa indiscreta.
Speriamo che questo genere di film, insieme ad altri di recente uscita (C.R.A.Z.Y., Little Sunshine, ecc.) non siano semplicemente una moda, ma piuttosto una riscoperta di un certo cinema che indaga ancora su problematiche da sempre osteggiate da una certa cultura perbenista e oscurantista, pur trattandosi, tra l’altro, di storie vere, come la stessa Puenzo ha affermato: “Un neonato su 500 in Argentina nasce con entrambi i sessi. Nonostante questo molti pensano che l’ambiguità sessuale sia una leggenda”.
Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati