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L'isola di Arturo

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su L'isola di Arturo

di Gangs 87
6 stelle

Arturo ha quindici anni, è orfano di madre, morta prematuramente, e di padre sempre fuori per lavoro. Il ragazzino vive da solo nella grande casa di famiglia su uno dei promontori dell’isola di Procida ed ogni giorno attende il ritorno di quel padre che tanto ammira ma che sembra incapace di amare. Quando l’uomo un giorno sbarca insieme alla sua giovane sposa, Arturo deve fare i conti con la gelosia e con l’amore.

 

Damiano Damiani adatta il famoso romanzo di Elsa Morante, dipingendo la bellezza di un’isola come Procida che appare in tutto il suo splendore anche con il solo utilizzo del bianco e nero, laddove sono le inquadrature ad esaltarne il fascino pur senza necessitare del colore.

 

La monotonia delle giornate di Arturo che passa il tempo tra l’attesa del padre e i bagni in mare, viene spazzata via con l’arrivo di Nunziata (Key Meersman), giovane sposa del padre Wilhelm,di cui il ragazzo ben presto si invaghisce. Nunziata, oggetto d’amore di quel padre di cui ha tanto desiderato l’affetto, diventa il centro del mondo di Arturo che errando pensa che attraverso l’amore per lei, dal padre amata, riuscirà a farsi amare da lui. Ma il padre, egoista per natura, non ci mette troppo tempo ad abbandonare l’amata tanto quanto prima aveva abbandonato lui; così quando la ragazza resta incinta il solo a prendersi cura di lei è il figlioccio quasi coetaneo che soffrirà di gelosia quando il pargolo vedrà la luce, per il timore che possa lui prendersi tutte le attenzioni di Nunziata.

 

Così mentre prima desiderava il ritorno di suo padre, Arturo finisce quasi per maledire il giorno del suo ritorno e finalmente riesce a vederlo per quello che è. Wilhelm egocentrico e (forse) omosessuale non dichiarato, volutamente ambiguo è il suo rapporto con Tonino Stella, inizialmente presentato solo con il cognome, viene preso da Arturo come una possibile amante dell’uomo per rivelarsi solo poi come un protetto del padre con il quale l’uomo sembra voler fuggire almeno fin quando Nunziata non riesce a riprendere in mano le redini del suo matrimonio, rifiutando definitivamente l’amore di Arturo.

 

Deciso ormai a lasciare l’isola al compimento del suo sedicesimo compleanno, in un modo o nell’altro, Arturo sembra aver compiuto il passaggio alla maturità. L’isola stessa, luogo d’infanzia e di speranze mai sopite, diventa un posto che inizia a stargli stretto e allontanarsi da quello spazio contenuto diventa un modo per affermare la sua crescita che coincide con la volontà di conoscere il mondo per quello che è, compreso le persone che lo abitano, volente o nolente.

 

L’isola di Arturo è un film delicato e piacevole. Un modo di fare cinema puro, sincero, che non ostenta mai ma piuttosto accenna. Una storia di crescita e presa di coscienza, una regia che svela le carte un poco alla volta ma che accompagna lo spettatore attraverso quel senso di rivalsa che anima il protagonista. Un film semplice che meriterebbe almeno una visione.

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