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The Backwoods. Prigionieri nel bosco

Regia di Koldo Serra vedi scheda film

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La recensione su The Backwoods. Prigionieri nel bosco

di Donapinto
7 stelle

Due coppie di turisti inglesi, si recano per una vacanza in una zona rurale nel nord della Spagna. In un casolare sperduto nei boschi trovano segregata una bambina con le mani deformi. Liberandola scatenano la rabbia dei parenti della bambina.                                     Esordio nel lungometraggio cinematografico di Koldo Serra, giovane regista basco con una co-produzione europea allargata anglo-franco-spagnola, con cast internazionale impreziosito dalla presenza del bravissimo Gary Oldman, affiancato dal connazionale Paddy Considine, la francese Virginie Ledoyen e gli spagnoli Aitana Sanchez-Gijon e Liuis Homar. Soggetto tutt'altro che originale quello di THE BACKWOODS-PRIGIONIERI NEL BOSCO, che descrive le difficoltà di comunicazione fra gente borghese di città, rappresentati dai quattro turisti britannici e gente che vive ai margini della modernità (se non proprio della civiltà), rappresentati da contadini sospettosi, rozzi e ignoranti. I primi titoli che vengono alla mente sono UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA e CANE DI PAGLIA, due grandi classici degli anni 70'. Personalmente ci aggiungerei anche IO NON HO PAURA di Gabriele Salvatores, ma in particolare il film di Serra sembra un po' anticipare LA ISLA MINIMA. Come nel film diretto da Alberto Rodriguez, ci troviamo nella Spagna post-Franchista (precisamente nel 1978), che cerca faticosamente di tornare alla democrazia, imprigionata ancora in una società chiusa, bigotta e sessista, dove la bambina con mani deformi rappresenta un'onta e una vergogna da nascondere assolutamente, nonostante nel film non si faccia mai alcun accenno o riferimento al precedente regime. Pellicola mal distribuita in Italia, forse giunta solo in video-noleggio e molto poco apprezzata. E' un peccato, in quanto trovandoci davanti a un soggetto come già detto straabusato, THE BACKWOODS riesce a creare una tensione psicologica (e non solo) notevole, grazie anche alla grande differenza di carattere dei personaggi ottimamente interpretati, specie Gary Oldman e Liuis Homar, che mostrano nei momenti più salienti le loro debolezze, ma anche la loro forza nascosta (il pavido e insicuro Norman che si riscatta nel finale). Il film, come lo stesso finale, non da risposte, resta aperto a molti interrogativi. Anche se una cosa mi sarebbe piaciuto saperla: che fine ha fatto il cane da caccia di Paul?

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