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Un ponte per Terabithia

Regia di Gabor Csupo vedi scheda film

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La recensione su Un ponte per Terabithia

di FilmTv Rivista
4 stelle

Dopo il successo di Le Cronache di Narnia la Disney e lo studio Walden (povero Thoreau!) ci riprovano con un nuovo fantasy a misura di ragazzino (e negli States gli è andata piuttosto bene anche stavolta). I due giovani protagonisti frequentano l?equivalente americano delle nostre scuole medie, e sono degli outsider: Aaron perché povero di famiglia e con la testa fra le nuvole, Leslie perché nuova della provincia e con dei genitori eccentrici che non hanno la Tv. I compagni di classe si prendono spesso gioco di loro e i due, per sfuggire alle rispettive solitudini, diventano amici e condividono una fantasia: immaginano che un bosco vicino alle loro case sia il magico regno di Terabithia (un regno nominato in Narnia). La foresta si popola di creature fantastiche e diviene il luogo dove affrontare le proprie paure, ma una tragedia è in agguato. Il romanzo omonimo fu scritto da Katherine Patterson per aiutare il giovane figlio a superare il lutto di un?amica, e il tono tragico che entra nell?ultima mezz?ora del film ne fa qualcosa di diverso dalla tipica pellicola Disney. Sfortunatamente il regista Gabor Csupo, proveniente dall?animazione, sembra più interessato alle fantasie nei boschi che non ai personaggi, tratteggiati con banalità e privati delle asperità autodistruttive del testo d?origine. Potevamo essere dalle parti di The Dangerous Lives of Altar Boys per la commistione di immaginazione e tragedia, invece le fantasie dei due sono solo occasione per scene tecnicamente ben fatte ma dal risultato spesso stucchevole. Il romanzo poi era del 1977 e la trasposizione ai giorni nostri lascia perplessi: di ragazzini, senza cellulari né videogiochi, che immaginano mondi fatati nei boschi davvero ne esistono ancora?

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 14 del 2007

Autore: Aldo Fittante

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