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Intolerance

Regia di David W. Griffith vedi scheda film

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La recensione su Intolerance

di tobanis
9 stelle

Film pietra miliare nella storia del cinema.

L'altro film che vedo, per il 1916, è questo. Anno, il 1916, che secondo IMDB registra un -17% di opere prodotte, rispetto al 1915, e la Guerra fu il principale probabile motivo.

Come è stra-noto, il film fu una risposta di Griffith alle innumerevoli critiche di razzismo che ricevette dopo Nascita di una Nazione. Che dire di Intolerance? Ovviamente, è già stato detto tutto, dunque aggiungerò solo la mia trascurabile esperienza al riguardo. Il film, facilmente reperibile gratuitamente su YouTube, è in primis, lunghissimo. La versione vista da me dura poco meno di tre ore, tanto anche per i canoni odierni (versione ZZ Productions).

Come da titolo, parla di Intolleranza, e dei suo iinfiniti danni nei secoli. Il film infatti racconta varie storie, in parallelo, con innumerevoli spiegoni scritti (inutile ricordare che ancora per una dozzina d'anni rimarremo nel cinema muto). C'è l'episodio moderno (per noi, oggi, vecchio di un secolo); c'è quello su Babilonia, un vero kolossal; c'è quello francese, con la strage degli Ugonotti e, appena accennato o poco più, c'è quello su Gesù Cristo, il meno approfondito e minore anche per minutaggio (di molto).

Di quest'ultimo mi ha colpito soprattutto la didascalia: Gesù Cristo definito come il più grande NEMICO dell'intollerenza, nella storia....perchè poi subito mi è venuta in mente la Chiesa Cattolica, la più grande fautrice dell'Intolleranza, invece (lo dico io, non il film). Che ancora oggi molti preti intolleranti (gente che ha sbagliato mestiere) vanno contro le aperture di papa Francesco.

Ma vabbè. L'episodio francese dura di più di quello di Gesù Cristo, nel complesso, ma in definitiva ha il suo culmine solo o soprattutto nella strage di San Bartolomeo, quando migliaia di persone innocenti vennero uccise solo perchè protestanti e non cattoliche (per me, ateo, distinzioni difficili da comprendere). Intolleranza religiosa, dunque.

I due episodi principali sono però quello di Babilonia e quello moderno. Nel primo, con l'attacco di Ciro alla città, aiutato dai preti traditori che vedevano in pericolo il loro potere, emerge la simpaticissima figura della Ragazza di Montagna. L'episodio è straordinariamente moderno; è un vero kolossal con la ricostruzione di scenografie giganti e l'impiego di migliaia di comparse. I sentimenti sono forti, le scene vivaci, girate magnificamente; la protagonista, e non solo, è una bellezza poco legata agli anni '10 ma attualissima. Lei è Constance Talmadge, allora giovanissima e frizzante, destinata poi al ritiro con l'arrivo del sonoro. Destino peggiore spetterà a Piaget, il sovrano di Babilonia, di cui la Ragazza della Montagna è innamorata, nel film. L'attore infatti morrà di malaria già nel 1919. Curioso il novero dell'harem del sovrano: belle ragazze che in alcuni casi avranno legami "importanti": la Dempster, allora minorenne, avrà poi una relazione con lo stesso Griffith; la Harris avrà una relazione con Charlie Chaplin, arrivando al matrimonio; la Myers ebbe una lunga carriera, così come la Starke; la Talmadge sposò poi Buster Keaton. Al di là di queste note di costume, l'episodio babilonese è una figata.

L'episodio moderno è in definitiva una continua serie di eventi, una valanga partita da un sassolino, una rappresentazione di come delle donne, acide e bigotte, mettono in moto una serie infinita di disgrazie. Di tutti gli episodi non sto facendo spoiler, apposta; non voglio dunque aggiungere dettagli sulla trama.

Il finale, parallelo, in cui vengono cioè alternati i finali dei vari episodi, in un crescendo "rossiniano", è pura e vera e bella tensione. Si tifa, si partecipa, si vince, e si perde.

Il film viene bollato come floppone al botteghino, anche perchè portava avanti principi di tolleranza e amore, in un momento in cui i giovani, oggi facillmente visti come idioti, si arruolavano con entusiasmo per poi essere dilaniati e crivellati dalle mitragliatrici, all'uscita dalle trincee, in tattiche che oggi possono essere pensate solo da dei pazzi, o da totali coglioni. Insomma, il momento era forse quello sbagliato, parlare di pace mentre i giovani e pure i vecchi bramavano la gloria (?) dei campi di battaglia.

Nella realtà, vedendo ai veri costi, almeno quelli ufficiali, e vedendo gli incassi, il film fu a suo modo un successo. Lo fu sicuramente di critica, oggi come allora. Film di grande importanza, per la storia del Cinema, rimane un must per i cultori della materia.

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