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Gli indifferenti

Regia di Francesco Maselli vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Gli indifferenti

di alan smithee
6 stelle

locandina

Gli indifferenti (1964): locandina

Leo Merumeci (Rod Steiger o Edoardo Pesce) ha quasi finito di compiere tutto il suo ardito e scaltro progetto manipolativo volto a lucrare - a spese di una ingenua vedova, Maria Grazia (Paulette Goddard o Valeria Bruni Tedeschi) , proprietaria di uno splendido appartamento (o villa, a seconda dell'adattamento) nella Roma dei Parioli – tutte le sue residue sostanze in cambio di una consulenza che solo in apparenza risulta a vantaggio della donna e dei suoi due giovani figli, Carla (Claudia Cardinale o Beatrice Grannò) e Michele (Tomas Milian o Vincenzo Crea), incapaci costoro di reagire, ma non inconsapevoli della malafede di quel doppiogiochista scaltro ed infido, di cui solo una ingenua come la madre riesce ancora a fidarsi.

Nonostante Carlo intuisca tutti gli stratagemmi volti a privarli delle poche ricchezze rimaste, e sia propenso a togliere di mano allo sciacallo manipolatore ogni trattativa di vendita a suo favore dell'immobile, per destinarlo ad altra trattativa, Carla rimane in qualche modo soggiogata dal mellifluo agire di quella scaltra iena, fino a farsi circuire proprio nel giorno del suo compleanno (24 anni nel primo adattamento, 18 in quello 2020), mentre l'ingenua madre è convinta che Leo la tradisca con la sua migliore amica, la sempre un po' invadente e dolcemente impicciona Lisa (Shelley Winter o Giovanna Mezzogiorno), che in realtà ha una relazione sessuale con il giovane Michele.

Claudia Cardinale, Tomas Milian

Gli indifferenti (1964): Claudia Cardinale, Tomas Milian

Shelley Winters, Tomas Milian

Gli indifferenti (1964): Shelley Winters, Tomas Milian

Ma se la situazione finanziaria è sull'orlo dell'abisso per quella famiglia un tempo parte dell'alta borghesia capitolina, ed i sentimenti che paiono sprigionarsi dai vari individui paiono pieni di animata enfasi e concitazione, che tuttavia nasconde una vera e propria patia, anzi vera e propria indifferenza, per quelli che sono i problemi concreti derivanti da un tracollo evidente, economico come sentimentale.

Il romanzo d'esordio di Alberto Moravia, pubblicato nel 1929, opera cardine di tutta la sua notevole produzione artistica e letteraria, è stato trasposto ben tre volte tra cinema e televisione.

A parte l'adattamento televisivo di fine anni '80, ad opera di un grande regista come Mauro Bolognini, e forte di interpreti internazionali come Liv Ullman e Peter Fonda, che purtroppo non sono ancora riuscito a reperire, fu Francesco Maselli nel 1964 ad esordire con la prima trasposizione, mentre è di quest'anno quella che vede impegnato in regia Leonardo Guerra Seragnoli, qui al suo terzo lungometraggio dopo Last Summer e Likemeback.

Entrambe le trasposizioni appaiono corrette e efficacemente intriganti, maliziose, in grado di far risaltare ogni volta il vuoto dei sentimenti rende i vari protagonisti, ognuno vittima o carnefice privato di ogni residua emozione.

Ognuno dei due film decide di raccontare la vicenda del romanzo curandosi di mantenere una buona fedeltà a quanto previsto dall'opera originale, ma ogni volta trasponendo nella relativa contemporaneità lo sviluppo degli avvenimenti, senza peraltro far perdere credibilità all'intrigo sentimentale e complottistico che si sviluppa tra i vari personaggi.

Claudia Cardinale, Rod Steiger

Gli indifferenti (1964): Claudia Cardinale, Rod Steiger

scena

Gli indifferenti (1964): scena

Il cast del film di Maselli, ad oggi senz'altro più glamour di quello del recente adattamento, riserva star di calibro internazionale a partire dalla medesima ed italianissima Claudia Cardinale, mentre quello di Guerra Seragnoli annovera uno splendido duetto tra Valeria Bruni Tedeschi al massimo del suo consueto isterismo, con l'altrettanto ispirato ed efficacemente infido Edoardo Pesce, che si rivelano forse più validi ed ispirati rispettivamente dei forse più glamour Paulette Goddard e Rod Steiger.

In entrambi i casi, comunque, ci troviamo di fronte a due trasposizioni corrette e soddisfacenti, che forse risulta più interessante visionare a distanza ravvicinata per meglio riuscire a fare raffronti su due epoche distanti ormai quasi sessant0anni l'una dall'altra.

I due protagonisti del film targato 2020 risultano più giovani sia anagraficamente, sia fisicamente, rispetto ai due fratelli della trasposizione di Maselli, mentre al contrario i tre protagonisti adulti, pur non conoscendone le età anagrafiche a livello di personaggi, risultano decisamente più maturi nella versione del 64, senza che tuttavia gli attori che gli interpretino si rivelino particolarmente più anziani dei medesimi protagonisti-attori della versione attuale: tempi che passano (Paulette Goddard era di due anni più giovane della Bruni Tedeschi di oggi, che pare sua figlia, ed Edoardo Pesce risulta pure lui due anni più anziano di Steiger, che al confronto pare suo padre): fisionomie che paiono probabilmente influenzate da stili di vita differenti, mode e tendenze in grado di influenzare l'aspetto visivo con cui si mettono a confronto due attori alle prese con il medesimo personaggio lungo un arco temporale distante svariati decenni.

 

 

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