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Hotel Colonial

Regia di Cinzia Th. Torrini vedi scheda film

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La recensione su Hotel Colonial

di alan smithee
4 stelle
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
L'italoamericano Marco, riceve nella notte una comunicazione inerente la morte misteriosa del fratello, da anni rifugiatosi in Colombia dopo una vita all'insegna della clandestinità ed illegalità.
Giunto in loco per il riconoscimento, l'uomo viene accolto da una bellissima dipendente dell'ambasciata italiana, con cui familiarizza al punto da diventare sua amica.
Inoltratosi verso il paese in cui è stato trovato morto il fratello, l'uomo viene a conoscenza di indizi che lo convincono che quello ucciso e sfigurato, non è il fratello. Pertanto, con i pochi indizi a disposizione, l'uomo parte per un viaggio alla ricerca della verità.
Al suo secondo film dopo il promettente esordio del 1982 con Giocare d'azzardo, Cinzia TH Torrini si concede ad una produzione di respiro internazionale e, forte di uno sceneggiatore apprezzato come Enzo Monteleone, dirige un thriller dai mille volti, con siparietti comici affidati alla collaudata e funzionale verve di un Massimo Troisi piuttosto divertente, anche se completamente fuori luogo.
Poi il fim cade clamorosamente nella soluzione del caso, risolto all'insegna di una sconcertante banalità, finendo persino per rendere ridicolo il personaggio già di per sé sopra le righe di un cangiante Robert Duvall, qui impegnato a sfaccettare il suo personaggio con l'opzione "col parrucchino", piuttosto che senza.
John Savage è pur valido ed affascinante come protagonista, mentre Rachel Ward, all'epoca ancora favosa per via degli strascichi divistici del polpettone erotico-soft Uccelli di rovo, è bellissima quanto presenza di pura funzione estetica.

Il film procede indeciso se dedicarsi alla strada thriller, al lato commedia-umoristica, o al risvolto ecologico, prestandosi tra l'altro a sventagliare scene cruenti di lotte animali degne che probabilmente non sono affatto simulate, ma invece degne di certi B-movies truculenti e sadicamente voyeuristici alla Deodato o alla Lenzi.
Insomma tanta, anzi troppa carne al fuoco per un ipotetico blockbuster che, anche in termini di incasso, si è rivelato poco meno che un flop, ma certamente una delusione sotto svariati punti di vista.
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