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Il giorno prima

Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film

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La recensione su Il giorno prima

di alan smithee
6 stelle

GIULIANO MONTALDO

Metà anni ’80. Prima dell’era Gorbaciov, la tensione tra le due superpotenze rese palpabile il timore di una guerra nucleare ai danni dell’intero pianeta. Proprio in quegli anni, si tornò a parlare dell’importanza dei rifugi antiatomici e la sceneggiatura immagina che una manager di una società produttrice di tali sistemi, venga in contatto con un anziano ufficiale, stratega dei rapporti tra le due superpotenze: dietro una lauta ricompensa, i due ingaggiano una quindicina di individui di differente estrazione, età e stato sociale, affinché accettino di vivere in un rifugio antiatomico per una ventina di giorni, monitorati strettamente da telecamere e microfoni.

In realtà l’uomo nasconde a tutti, sia alle cavie, sia al resto degli organizzatori, una circostanza che sarà fatta intervenire o comunque creata durante il soggiorno dei prescelti: un avvenimento in grado di stravolgere gli equilibri, già precari e condizionati dal carattere prevaricatore di altri. Una circostanza da un lato studiata con implacabile opportunismo, ma anche forse l’unico sistema esistente per testare realmente un bunker, creando le basi ed un clima ben diverso da quello della vacanza in albergo, che si era andata delineando all’inizio.

Da una idea di Piero Angela, autore per la prima ed unica volta di una sceneggiatura cinematografica, “Il giorno prima” ripercorre, già dal titolo (che rimanda a quel catastrofico ed inquietante “The day after”, tematiche molto vive e tragicamente attuali in quegli anni.

Purtroppo, per stessa ammissione di Angela, forse il film è arrivato un po’ troppo tardi, in un’epoca in cui, grazie ad uomini illuminati come Gorbaciov, il pericolo di uno scontro nucleare si stava – per fortuna – affievolendo.

Potrebbe ahimé risultare più opportuno oggi, col pericoloso dualismo virile venutosi a creare tra una Corea del Nord guidata da un folle con ambizioni da dittatore vecchio stampo, ma con armi all’avanguardia, e un altro Capo di Stato davvero sui generis, forse non molto diverso dal primo, che lo punzecchia e provoca pericolosamente ed inopportunamente.

Sta di fatto che de “Il giorno prima” si parlò moltissimo nel momento della pre-produzione e dello svolgimento delle riprese: poi il film fu abbandonato a se stesso e anche l’uscita in sala avvenne quasi in sordina: nonostante il cast di prima grandezza, che Giuliano Montaldo ancora una volta riesce a radunare attorno a sé e ad un suo film: Burt Lancaster, Ingrid Thulin, Ben Gazzarra, Erland Josephson, Andrea Ferreol, Kate Nelligan, l’affezionato Flavio Bucci, Andrea Occhipinti, all’epoca sex symbol, qui  nei panni di un fotografo ribelle e caratterialmente instabile; e persino la statuaria Zeudi Araya, qui nel ruolo di una aitante modella con aspirazioni nella recitazione.

L’idea non è affatto male, tenuto conto anche che, a parte la tematica nucleare, il presupposto dell’occhio osservatore anticipa certi (sconcertanti) fenomeni di massa e televisivi oggi dilaganti, come il Grande Fratello e di altri talents cloni, a cui l’atmosfera un po’ orwelliana, un po’ gravata dal panico della catastrofe imminente, conferisce qui un innegabile appeal.

Tuttavia il film appare spesso anche un po’ statico, soffocante, e non solo a causa della inevitabile unità di luogo: una certa responsabilità appartiene inesorabilmente anche alla sceneggiatura, nonostante la celebre firma di cui può vantarsi, afflitta qua e là da dialoghi un po’ grossolani e manierati, e che non riesce a risultare stimolante come l’idea sottostante.

Forse Angela, pur autore di un soggetto molto interessante, andava coadiuvato ad uno sceneggiatore un po’ più avvezzo di lui nei confronti del mondo cinematografico.

 

 

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