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Il giardino delle torture

Regia di Freddie Francis vedi scheda film

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Donapinto

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il giardino delle torture

di Donapinto
6 stelle

Uno dei titoli più noti prodotti dalla britannica Amicus, ma a mio parere, non proprio tra i migliori. Il canovaccio e' il medesimo di altre pellicole horror a episodi realizzate in quel periodo, dove all'interno di un luna park troviamo il dott.Diabolo (Burges Meredith) che grazie a una statua di cera, prevede un infausto futuro a quattro curiosi che hanno sborsato una cospicua somma di denaro. Quattro episodi in cui avidità, bramosia di ricchezza e successo sono il tema ricorrente. Il migliore e' senz'altro il quarto, dove con una notevole dose di coraggio e bizzarria, il regista Freddie Francis ci porta nella casa di un collezionista di opere di Edgar Allan Poe, che in cantina  nasconde niente di meno che lo scrittore stesso in carne e ossa, resuscitato grazie alla magia nera e costretto ancora a scrivere. Segue poi il primo, storia di stregoneria all'interno di una casa maledetta che nasconde un tesoro e in cui vive un gatto nero. Soggetto accattivante, ma penalizzato dalla troppo breve durata. Meno interessanti gli altri due. Il secondo e' una satira poco graffiante su Hollywood e i suoi divi, che sconfina nel fantascientifico. Il terzo sembra addirittura anticipare il romanzo di Stephen King CHRISTINE, LA MACCHINA INFERNALE, con la variante che la Plymouth Fury anni 50', e' qui sostituita da un pianoforte. Episodio che rischia di scivolare nel grottesco e nel ridicolo. Interpreti eccellenti, con un cast che oltre Peter Cushing comprende tre attori americani: Jack Palance, il bravissimo e mefistofelico Burges Meredith e la bellissima Beverly Adams. Pellicola diretta con competente mestiere e dignitosa qualità. Horror d'altri tempi per i più nostalgici.

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