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Dai sbirro

Regia di Pierre Granier-Deferre vedi scheda film

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La recensione su Dai sbirro

di Baliverna
7 stelle

Il commissario vuole arrestare uno spregevole criminale che gli ha ammazzato un collega. C'è però di mezzo la politica, e i superiori temono che calpesti la coda di qualche gattone che soffia e graffia.

E' un buon poliziesco francese, che assomiglia più a certi esemplari americani che ai polizieschi italiani degli stessi anni, perlopiù molto violenti e disperati. Qui, invece, siamo alla presenza di una storia dove il male e il crimine non mancano, ma anche dove non si indugia in efferatezze e sangue come in certi film di Lenzi e di Leo. Lo sceneggiatore Francis Veber, futuro regista, inserisce anche qualche toccco di umorismo lieve, che non stona e stempera un po' certe sequenze molto serie o di azione.
Garnier-Deferre non è noto per essere un regista dell'azione o del ritmo veloce, ma qui presenta proprio queste caratteristiche, e dirige un film spigliato e scorrevole, dove non c'è un attimo di pausa.
Lino Ventura dà la solita buona interpretazione, specie quando fa certi musi duri e certe facce di bronzo. Il suo personaggio è infatti quello di un poliziotto osteggiato dai suoi superiori, i quali temono che pesti i piedi a politici e/o potenti, che quindi deve ingoiare molti rospi e frustrazioni professionali. Tra l'altro, la pellicola riscostruisce il clima di violenza politica e di estremismo degli anni successivi al 1968; lo stesso Ventura aveva interpretato, l'anno precedente, il più che decente "Lo schiaffo" di Claude Pinoteau, il quale pure rappresenta un simile clima politico surriscaldato.
Per parlare di qualche difettuccio, era forse auspicabile evitare una certa superficialità generale, che scaturisce da una vicenda molto veloce e a tratti troppo complessa. Il finale, tuttavia, non è affatto convenzionale, e mostra anche un felice connubio tra una buona idea e l'interpretazione di Ventura. E' una sequenza che riscatta una certa fretta di mostrare, raccontare e basta, sorvolando sui personaggi e sui sentimenti.
In ogni caso è un bel poliziesco non violento, godibile e tutto da riscoprire. Lo sceneggiatore Veber si sarebbe, di là a pochi anni, affermato come regista di film comici con Gerard Depardieu e Pierre Richard.

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