Espandi menu
cerca
A cuore freddo

Regia di Riccardo Ghione vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 167
  • Post 16
  • Recensioni 10922
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su A cuore freddo

di mm40
3 stelle

Una donna ha sposato un uomo più grande di lei, serio e benestante; lei è però il suo opposto di carattere e lo tradisce infatti con un pittore hippy. Durante una gita fuori porta i due vengono aggrediti da alcuni giovinastri che la donna conosce bene.

 

Terza delle quattro regie nell'arco di sei anni (1967-73) di Riccardo Ghione; meglio noto come sceneggiatore, il Nostro non nasconde le sue velleità autoriali una volta passato dietro la macchina da presa e affronta da punti di vista diversi, bene o male, sempre gli stessi argomenti: la libertà di costumi (e specialmente quella sessuale), la crisi della coppia moderna, il valore degli ideali, che rendono il mondo più romantico, paragonato a quello del denaro, che il mondo invece lo fa concretamente girare. In pratica, un autore esplicitamente sessantottino, ma dotato di un certo disincanto nel suo sguardo, così come traspare anche da questo A cuore freddo. Se il titolo è poco significativo (si suppone: il contrario di 'a mente fredda', mettendo in opposizione fin da subito ragione e sentimenti), la pellicola d'altronde non fa molto per rendersi appetibile in quanto a ritmo, dialoghi e sviluppi della trama; nella sceneggiatura che Ghione scrive insieme a Gianfranco Clerici e ad Alfredo Mirabile c'è una ricerca psicologica appena abbozzata o comunque fin troppo superficiale, che prevale in maniera netta sull'azione, sul piano narrativo: l'unico vero e proprio snodo della vicenda avviene nella parte finale della pellicola. Bene, naturalmente, Enrico Maria Salerno nella parte del (complessato, ossessionato in particolare dal denaro, ma apparentemente sicuro di sè) protagonista, meno bene Rada Rassimov al suo fianco, nei panni di un personaggio forse scritto con meno decisione; fra gli altri interpreti: Bruno Pradal, Luciano Bartoli e Colette Descombes. Ghione chiuderà il suo poker di regie due anni più tardi con Il prato macchiato di rosso, per poi dedicarsi esclusivamente a licenziare sceneggiature. 3/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati