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Shinjuku Triad Society

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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superficie 213

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La recensione su Shinjuku Triad Society

di superficie 213
10 stelle

Importante titolo nella vasta filmografia del geniaccio Miike.
Importante perche' e' il suo primo vero film distribuito su grande schermo - nel 1995 - e perche' gia' contiene tutte le tematiche che il regista nipponico portera' sempre piu' a fondo con i suoi film successivi.
Una pellicola gia' matura, che mette in evidenza la classe e la completa originalita' del suo autore ,che sin dai quasi dieci minuti di incipit prima dei titoli di testa dimostra un talento non comune nel gestire gli spazi e gli ambienti e che riesce con pochissime parole e molte immagini ad essere piu' esplicativo di altri autori eccessivamente verbosi.
Naturalmente parlando di un film di Miike e' impossibile prescindere dalla "sua" descrizione della violenza, quasi mai realistica - i fiotti di sangue sono meravigliosamente artificiosi  e le teste volano che e' una bellezza - ma sempre descritta in modo brutale e mai per cercare l'effetto splatter fine a se stesso.
Un film che si ambienta quasi per intero nel bel mezzo di Shinjuku , un quartiere centrale di Tokyo che in questo film passa dalla mondanita' ripulita di facciata del "giorno" a quella violenta e in mano alla mafia della  notte.
Qui Miike gira con mano assolutamente felice un noir coi controfiocchi , uno yakuza movie - che ha molti punti in contatto col successivo e splendido Dead Or Alive - che punta sui personaggi e sulle loro sofferte scelte
Il cast e' composto da attori davvero ottimi - su tutti svetta il possente Tomorowo Taguchi - , capaci di donare spessore ai propri caratteri  - anche se con poche parole - e che non lescono mai dal seminato rimanendo sempre credibili e in parte.
Una pellicola indispensabile quindi , che ha al suo interno tantissime schegge di poetica  del regista - il sadomoaschismo come metafora di un paese che riesce solo a gioire nella sofferenza , la merda ( inquadrata in primissimo piano poco dopo l'inzio del film) come simbolo del decadimento (culturale e non) di una citta' come Tokyo , l'omosessulita' come via di fuga da una vita grigia e senza "scossoni" , la famiglia come un luogo chiuso e senza "luce" che non riesce piu' a formare uomini degni di tale nome ma solo a racchiudere i sentimenti in parole prive di significato -  e che come ho gia' scritto sopra regala delle "crudelta'" - sempre inserite nella trama e senza una sbaffatura - che raramente si possono vedere in una pellicola - se si pensa poi che qui si parla di 15 anni fa - come , ad esempio, un bulbo oculare "enucleato" , nel modo piu' violento e realistico possible.
Insomma , un film di Miike al 100% che  in mezzo a risse sanguinose, agli schizzi di sangue  ed ad  una scena di stupro ai limiti del grottesco - un poliziotto nano sodomizza uno yakuza in palestra sotto gli occhi divertiti del boss - riesce sempre a parlare con sensibilta' della solitudine e dell'amore fraterno  senza mai avere uno stile che ricordi qualcun'altro e soprattutto senza usare mezzucci da lacrima movie.
Un vero autore che in ogni suo film regala un qualcosa in piu' agli spettatori che hanno la forza ed il piacere di seguirlo.
Fortunatamente distribuito -solo in originale coi sottotitoli - anche da noi in dvd dalla Dynamic.

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