Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Un film interessante e piacevole. Più di quanto dica la critica, meno di quanto ci si aspetterebbe a leggere il cast.
In sé l’incastro è veloce, ed esile, ma va premiato l’omaggio che il film rende a questi grandissimi attori. Fabrizi gigioneggia, tra il buono e il patetico, alla sua maniera, ma non certo senza spunti comici, anche profondi. Peppino probabilmente riesce come il migliore: la maschera di autocommiserazione, di genio incompreso, è notevole; come lo è quella di intrallazzatore di basso cabotaggio, di ruffiano che cerca di ritagliarsi un posto migliore con ogni mezzo. Sordi ovviamente non sbaglia un colpo, e forse la sua maschera è la più incisiva: quella del funzionario brillante, giovane, ma integerrimo, e troppo. Infatti l’integrità, che dovrebbe essere solo un pregio, in Italia è vista come un difetto: infatti viene trasferito. Questo innegabile tocco di denuncia aumenta il valore del film, che fa riflettere quindi, anche. Cervi è forse costretto ad essere un po’ tropo impaludato nelle vesti del capo, che comunque gli sono sempre riuscite bene. La giovanissima Valeria Morriconi rende benissimo al sua parte, di ragazza semplice e solare, sognante nell’amore.
Manfredi qui conta poco. Oddio, a mio avviso non ha mai smosso le montagne; il suo valore dipendeva sempre dalle parti che gli assegnavano. Qui la sua parte è secondaria. Con parti primarie, si sapeva far valere.
Insomma, il film strappa qualcosa di più della risicata sufficienza proprio per la galleria umana di vizi, pregi e debolezze che solo degli ottimi interpreti di commedia sanno inscenare. E che qui sovrabbondano.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta