Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Strutturato in brevi strisce alla Schulz con impagabili sprazzi di follia che ricordano l'anarchia del Nanni Moretti di "Ecce Bombo", è un film visivamente surreale e costantemente in bilico tra commedia e dramma: narra l'agghiacciante storia di un usuraio inquietante e disgustoso (fisicamente e moralmente) ma convinto di essere un benefattore, rendendola metafora del mondo in cui viviamo, e marcandola con un'ironia assolutamente personale cinica e spesso irresistibile. Sorrentino ha un talento cristallino e la capacità innata di farci sentire sporchi. Rizzo è un mostro, sì, ma di bravura, e riesce a rendere non solo plausibile, ma Vero, un personaggio talmente eccessivo da rischiare la macchietta. La Chiatti è di una bellezza abbagliante, e il fatto che a suo tempo abbia preferito questo film a "Notte prima degli esami" è un altro punto a suo favore.
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