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Il fantasma di Corleone

Regia di Marco Amenta vedi scheda film

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La recensione su Il fantasma di Corleone

di zombi
8 stelle

quando penso ad un fantasma penso ad un'entità incorporea che vaga per un luogo più o meno chiuso, irrequieto alla ricerca di una giustizia che lo faccia finalmente riposare in pace. questo perchè in vita ha subito dei torti. questo fantasma però è tale perchè per 43 anni è sfuggito alla giustizia, latitante per crimini mafiosi essendone uno dei boss di massimo spicco. un fantasma che ha abitato un luogo particolare, la sicilia e l'italia e soprattutto un non-luogo particolare, che è la politica italiana. politica grazie alla quale ha potuto muoversi liberamente ed indisturbato per l'italia e oltre(quando andò a farsi curare in francia e ne chiese il rimborso alla regione sicilia, che glielo accordò in toto)potendo gestire della vita di chiunque in qualunque momento. e come tutti i fantasmi che si rispettano, quella di "binnu u' tratturi" ha fatto e fa molta paura. una paura ben radicata di quando si sa che non si è sicuri da nessuna parte. un pò come nei film "ju-on rancore" o "ringu" dove terribili fantasmi capelluti o contorsionisti che emettono rantoli simili a rutti, l'ombra imprecisata di provenzano ha oscurato la dignità di un paese. falcone diceva che la mafia essendo un fattore umano(e quindi non ectoplasmatico) ha un inizio e DOVRA' avere una fine. ma per porre una fine alla mafia, bisogna volerlo fortemente e non basta la volontà di tutte le associazioni, ci vuole la volontà dello stato, di un'autorità più ampia del cittadino semplice. falcone ha aggiunto che non si può pretendere che sia il cittadino a dover fare la lotta alla mafia, dev'essere lo stato ad incaricarsi di questa incombenza. purtroppo come accade in quei film, in cui viene fuori che gli omicidi non sono imputabili ad uno spirito inquieto, bensì alla bramosia di persone perfettamente e criminalmente umane, anche questa storia si ammanta di eventi strani e misteriosi, come gli arresti non ancora chiariti dei boss liggio e riina o le implicazioni dei servizi segreti deviati o dei massoni per "ritardare" l'arresto di provenzano come nel 1995. fortunatamente il fattore umano che caratterizza questa associazione, ha fatto il suo corso. provenzano è stato arrestato ed è invecchiato e sono famose le foto del suo identikit ipotetico e le foto dopo l'arresto. amenta è bravo a dare forma ad un docu-fiction d'inchiesta che ricorda certi film di denuncia degli anni settanta. bella la scena ripresa dall'alto di marco che tenta di comporre il viso di provenzano senza mai riuscirci. le interviste sono alternate a pezzi interpretati e questo da un senso di straniamento, come del resto lo da l'idea di vivere in una società governata da un'associazione senza morale o leggi che non siano le proprie create per loro stessi. lo stato, gli uomini delle istituzioni combattono secondo le regole e le leggi, loro combattono al di fuori di esse. falcone è morto, borsellino è morto e con essi centinaia di cui non ci si ricorderà il nome. di fantasmi in questa nostra cosa italia ce ne sono parecchi, il rancore per un senso mancato di giustizia purtroppo è fattore umano pure lui ed è tutto nostro, non loro.

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