Regia di Marco Amenta vedi scheda film
"Silvio Berlusconi e Forza Italia non sono mai stati imputati in processi per mafia": tiriamo pure un sospiro di sollievo, siamo in ottime mani! La didascalia finale, che comunque ricorda i 9 anni di condanna a Dell'Utri (fondatore di FI e braccio destro di SB) per concorso esterno in associazione mafiosa, pare un po' una presa in giro allo stesso livello di quelle messe in atto per oltre 40 anni da Provenzano nei confronti dello Stato italiano, ma tant'è. Il 'dovere di cronaca' è rispettato pedissequamente da Amenta ed infatti questo Fantasma di Corleone non brilla per originalità, quanto per chiarezza. Di Provenzano si sa di tutto e di più (due anni dopo verrà poi finalmente catturato, confermando molte delle ipotesi sostenute dagli inquirenti in questo documentario), ma questo lavoro può servire perlomeno a mettere un po' di ordine e chiarezza sul materiale finora raccolto. Chi è Bernardo Provenzano, cosa ha fatto e cosa potrebbe aver fatto, perchè le forse dell'ordine fanno sistematici buchi nell'acqua da quattro decenni: la visione del Fantasma di Corleone non può che generare rabbia e sdegno nello spettatore, ma anche suggerire qualche necessaria riflessione sull'Italia degli ultimi anni, non solo a stretto riguardo di Provenzano.
Caccia grossa - cinematograficamente parlando - con obiettivo il 'capo dei capi' della mafia: Bernardo Provenzano. L'uomo risulta vivere, a detta degli investigatori e delle forze dell'ordine, in un triangolo di terra siciliana, ma 40 anni di latitanza possono averlo reso irriconoscibile. Si scopre così come Provenzano potrebbe avere dei collaboratori anche nello Stato.
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