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Cinque colpi di pistola

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su Cinque colpi di pistola

di scapigliato
8 stelle

Uno dei motivi western più navigati, e chiaramente tra i più interessanti, è quello dell’arruolamento di criminali per una missione “legalizzata” dall’esercito o da affaristi dal soldo facile. Anche il Re dei B-movie di razza, ovvero il grandissimo Roger Corman, riutilizza questo motivo alla sua maniera, firmando il primo degli unici quattro western da lui girati nel biennio ’55-’56. Siamo infatti in piena epoca del western classico hollywoodiano. Gli anni ’50 sono il periodo d’oro del western istituzionale, anche se non mancano di certo opere che fanno del western la cornice e la forma di un contenuto più alto, ma siamo ancora lontani dalla rivoluzione leoniana e peckinpahniana. Eppure, Roger Corman riesce ugualmente, forse anche grazie al fatto che la sua linea produttiva sia quella dei pochi mezzi e delle tante idee, a confezionare un western narrativamente impeccabile, con dialoghi e battute azzeccati, e stilisticamente solido e senza sbavature. Certo il lavoro degli attori è quello che è, e certe coreografie di lotte e sparatorie hanno una carenza plastica e ritmica evidenti. Nonostante questo il film, che è pur sempre del ’54, attraversa con un’originalità autoriale alcuni luoghi del western classico come: l’arruolamento già citato, l’attacco indiano, il villaggio deserto, il ballo della festa, l’assalto alla diligenza e l’assedio alla casa/rifugio.
Rimane indelebile su tutti e su tutto il breve monologo del vecchio Paul Birch che riporto integralmente e che ha la potenza di una ballata, di una poesia vera e umana:
“Ho sudato al caldo, e tremato al freddo. Ho visto i miei figli morire di febbre e mia moglie uccisa dagli indiani. Ho strappato la mia terra al deserto. Per tenermela mi sono battuto con indiani e banditi. Adesso tutti parlano di politica e fanno la guerra. Sono sciocchezze. Quando tutto sarà finito, io sarò ancora lì a governare la mia terra”.
A loro modo sono parole pesanti, attualissime e che grazie alla grandezza del cinema, migrano dal mito western fino ai giorni nostri, con immutata bellezza.

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