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Il labirinto

Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film

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La recensione su Il labirinto

di alan smithee
7 stelle

WILLIAM CAMERON MENZIES - tra fantascienza e profezia

Una voce narrante femminile ci racconta una storia che parte dalla spensieratezza di una vacanza pre-matrimoniale in Costa Azzurra, ma si sposta presto tra i paesaggi suggestivi e severi della campagna scozzese.

E' li che un giovane aristocratico giramondo è costretto a far ritorno dopo decenni, per l'aggravarsi delle condizioni di salute del suo unico parente, da cui è destinato ad ereditare una cospicua fortuna in immobili.

La fidanzata rimane con la zia a Cannes, e i due fidanzati si prefiggono di tenersi in contatto prima che lui faccia ritorno, in corrispondenza della ormai imminente cerimonia matrimoniale.

Tuttavia dalla Scozia non arriva nessuna notizia, né buona né cattiva, fino al sopraggiungere di una lettera fredda e concisa con cui il promesso sposo comunica la sua decisione unilaterale di annullare il matrimonio, in vista di reiterate ma non specificate problematiche familiari.

Pertanto la ragazza, preoccupata e con cattivi presentimenti addosso, decide di partire con la zia, e recarsi di persona presso il severo maniero che ospita il suo ex promesso sposo, ed il suo vecchio, misterioso parente.

In loco scopriranno che il castello, circondato da un bellissimo quanto inaccessibile labirinto di siepi, custodisce qualcosa di misterioso di cui nessuno intende parlare, e che il fidanzato della ragazza, fisicamente invecchiato di una decina d'anni in poche settimane, si comporta in modo freddo e misterioso, come se intendesse celare un segreto inconfessabile: un mistero che troverà una sua spiegazione, o meglio la sua più sorprendente manifestazione, proprio all'interno di quel misterioso labirinto.

Suggestivo per ambientazione, incalzante dal punto di vista narrativo, carico di una suspence che la storia dimostra di reggere alla perfezione sino al concitato, quasi tenero finale, Il labirinto è un B-movie davvero riuscito che incolla allo schermo anche lo spettatore smaliziato, abituato ormai agli orpelli di un mondo digitale per quei tempi impensabile.

E anche quando il mostro si palesa, nonostante la goffaggine che lo caratterizza, ecco che il film riesce a mantenere la sua forza, senza scadere nel ridicolo, ma al massimo suscitando una sincera tenerezza per la capacità di costruire un pathos crescente con mezzi limitati e al risparmio.

All'epoca il film fu distribuito anche in 3D con la tecnica della stereoscopia, attirando un certo interesse.

Di fatto Il labirinto fu l'ultimo film del regista premio Oscar William Cameron Menzies, che nello stesso anno girò pure il famoso Gli invasori spaziali.

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