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I giovani leoni

Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I giovani leoni

di axe
8 stelle

Storie, personali e di guerra di tre uomini, due statunitensi - Noah Ackerman e Michael Whiteacre - ed un tedesco - Christian Diestl - arruolati nei rispettivi eserciti durante il secondo conflitto mondiale. Le strade di Michael e del tedesco entrano in contatto indirettamente prima della guerra, e poi s'incrociano tragicamente nel 1945. Questo lungo film, tratto da un romanzo di Irwin Shaw, inizia descrivendo con cura i protagonisti. Nel 1938, Christian è rappresentato come un qualunque cittadino tedesco; dispiaciuto sia per le difficoltà che hanno colpito il suo popolo nel passato, sia per quelle che ha egli stesso nell'affermarsi, mostra fiducia in Hitler, certo che i propositi bellicosi del dittatore non siano che propaganda. Sarà smentito dagli eventi successivi. Lo ritroviamo nel 1940, in divisa da ufficiale dell'esercito, pronto ad entrare in Parigi; successivamente, sul fronte africano; poi di nuovo a Parigi ed infine nella sua Germania. Combattente coraggioso e leale e uomo entusiasta della vita, le sue illusioni ed il suo entusiasmo vengono meno man mano che la sua esperienza di guerra aumenta. Vede uomini con la sua stessa divisa macchiarsi di crimini e di viltà; la polizia politica operare contro civili inermi; il disfattismo e la rassegnazione montare tra i suoi compatrioti; tocca infine con mano la realtà dei campi di sterminio, la percezione della quale - raggiunta tramite le parole dell'ufficiale SS a capo del lager, che lo ritiene, a par suo, un fedele patriota - gli apre definitivamente gli occhi sulle tragiche conseguenze dell'avventura nazista. I due soldati americani, benchè schierati dalla "parte giusta" non amano la guerra, ma si adeguano ad essa, chi in un modo, chi in un altro. Noah è un ebreo, il cui aspetto remissivo nasconde un'indole caparbia e coraggiosa. Affronta un duro addestramento - durante il quale è vittima di soprusi istigati da un superiore inetto e prepotente - ed un periodo di combattimenti in prima linea, per poi poter tornare a testa alta dalla moglie e dalla figlioletta appena nata. Michael, suo amico, uomo di spettacolo, tenta inutilmente di evitare il servizio militare, e successivamente fa in modo di rimanere lontano dai guai. Solo nelle ultime settimane di guerra, raggiunge il fronte, temendo il giudizio negativo della propria compagna, anch'essa in Europa per motivi bellici. A questo proposito, ho rilevato che alle donne presenti nel racconto sia stato riservato un ruolo apparentemente di secondo piano. Tutte hanno perso, o temono di perdere, qualcosa a causa dei fatti della guerra, ma vivono gli eventi con una forte passività. La guerra, nella visione dell'autore, è una faccenda da uomini ? Probabilmente no, ma egli sembra comunque concentrare la sua attenzione altrove. Pone tre individualità al confronto di eventi di grande portata, studiandone le conseguenze; si mostra, nell'ultima parte del film, un intento educativo; le poco realistiche sequenze ambientate nel lager servono comunque a ricordarci una delle più nere pagine della storia recente. Ottime le interpretazioni; Marlon Brando è il sempre più tormentato ufficiale Diestl; i suoi sogni di un'Europa unita e pacificata sotto la bandiera tedesca svaniscono, lasciando spazio ad una dolorosa disillusione. La morte non è probabilmente la sorte peggiore per un personaggio di tale spessore. Montgomery Clift interpreta Noah Ackerman, uomo coraggioso ed altruista, forse lontano dall'immagine che si aveva a quel tempo delle persone di stirpe ebraica. Dean Martin è Michael; fondamentalmente, un vigliacco, ma non esce dalla vicenda con un'immagile sgradevole, grazie ad una simpatia innata ed alle scelte che compie nell'ultima parte del racconto. La lunga durata del film consente di vedere molte ambientazioni. Fronti di guerra, campi di addestramento, Parigi sotto occupazione tedesca ed i più confortanti paesaggi di una città americana molto lontana dalle zone di guerra. Ho molto apprezzato l'opera per l'interpretazione dei tre protagonisti e per il ben bilanciato alternarsi delle sequenze che mostrano gli vicende e lo sviluppo dei vari personaggi, in attesa del prevedibile intreccio tra esso. Circa una morale ... mah ... il regista condanna sicuramente il bellicismo della Germania nazista, ed implicitamente la passività di quella parte di popolo tedesco  che ha consentito l'ascesa al potere di Hitler, sottovalutandone o accettando i relativi pericoli; tuttavia, sembra conservare una posizione di neutralità verso il concetto di guerra in sè, a meno che non lo si veda da una prospettiva femminile, il genere che ha tutto da perdere a causa dello scatenarsi dei conflitti.

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