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Venga a prendere il caffè da noi

Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film

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La recensione su Venga a prendere il caffè da noi

di Baliverna
6 stelle

Qual è il tema centrale del film e attorno al quale ruotano i personaggi, i loro desideri e le loro motivazioni? Il sesso, e anzi in questa pellicola non si parla, non si aspira, e non si fa altro che quello. Del resto siamo nel 1970 e bisognava sfruttare la conquistata libertà (oltre che le gambe della Coluzzi). Non ho letto il romanzo da cui è tratto il film, ma Lattuada istituisce parallelismi e tesi che sarebbero stati molto presenti nel cinema italiano dell'epoca: cattolicesimo-repressione sessuale-frustrazione-ipocrisia-inevitabile sfogo. Il regista vede persino lo zitellaggio come elemento della fede cattolica. Non manca il prete esagitato con voce da checca. Ma perché ce l'aveva tanto col cattolicesimo? E' certamente un film che piacque a Ferreri.
Se vogliamo però seguire il discorso sulla liberazione sessuale che viene tanto auspicata da quest'opera (la Coluzzi dice di aver trovato la felicità e la libertà), essa sembra avere un rovescio della medaglia non trascurabile. Come va infatti a finire il personaggio di Tognazzi? E a guardar bene, questo sesso di cui è intrisa l'opera, è rigorosamente fine a se stesso e non ha nulla a che fare con l'amore, neppure il più fugace.
A parte queste tesi e questa ideologia sessantottina, il film è per tre quarti ben codotto e ben diretto, tanto da renderlo degno di migliori contenuti. Anche gli attori sono bravi, specie Tognazzi. Il tono è posato e contenuto, ironico, senza eccessi farseschi. Poi verso la fine il film scivola nella farsa, nel cinico, quello che insomma prima per fortuna si era riusciti ad evitare. Il finale assomiglia a quello dei "Mostri" di Risi (per niente piaciuto). Non fu girata a Luino anche quella scarsa commedia con Johnny Dorelli, "Il cappotto di Astrakan"?

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