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Il mistero di Lovecraft - Road to L.

Regia di Federico Greco, Roberto Leggio vedi scheda film

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La recensione su Il mistero di Lovecraft - Road to L.

di cheftony
6 stelle

“Ovviamente non basta...non basta un'occhiata, chiaramente. La scrittura è molto simile a quella di Lovecraft. Ripeto, è difficile poterlo dire così, ci vogliono delle...delle indagini precise, analisi sulla carta, sugli inchiostri, verifica del contenuto, poi, soprattutto. Certo, ripeto, se...se questa cosa è autentica per gli studiosi di Lovecraft questa sarebbe la scoperta del secolo.”

Il giornalista e regista Roberto Leggio rinviene ad una bancarella di Montecatini Terme alcuni vecchie pagine all'interno di un libro, che ritiene possano provenire dal pugno dello scrittore di Providence H.P. Lovecraft, consegnato al mito letterario solo dopo una morte in miseria e soprattutto senza aver mai visitato il suolo italico. Contatta prima l'amico e collega Federico Greco, come lui appassionato dei racconti di Lovecraft, con il quale si convince della immensa portata dell'ipotetica scoperta e i due cercano ed ottengono responsi possibilisti da parte degli esperti del ramo. Parte così l'idea di girare un documentario alla ricerca della verità su un tale accadimento; le lettere provengono da Loreo, un paesino del basso Veneto sul delta del Po, ed è esattamente lì che si reca una piccola troupe convocata dai due “scopritori”, composta dall'italo-americano David (Robert David Purvis), dal fonico Fausto (Fausto Sciarappa) e dall'assistente Simonetta. Giunti sul posto, i documentaristi devono far fronte a testimonianze ridicole, alla reticenza dei paesani e al nervosismo crescente, ma fanno una decisiva scoperta sulla quale improntare le loro ricerche: lo studente Andrea Roberti è sparito nel nulla sette anni prima, proprio dopo aver ipotizzato nella sua tesi di laurea un collegamento fra i racconti di Lovecraft e le superstizioni locali del Polesine...

Partiamo dall'inizio: "Road to L." è un mockumentary, cioè un falso documentario, un genere che non ho mai apprezzato più di tanto, a partire dal discutibile "The Blair Witch Project". C'è comunque nella vicenda di base un fondo di verità: Greco e Leggio hanno davvero rischiato di fare il rinvenimento letterario del secolo e vennero presi assai sul serio quando nel 2002 i manoscritti rinvenuti a Montecatini sembravano poter essere autentici ai massimi esperti italiani di Lovecraft, tant'è che girarono un documentario di 26' intitolato "H.P. Lovecraft – Ipotesi di un viaggio in Italia". Sulla scia di quel lavoro, in maniera piuttosto arguta (o furba? Troppo maligno come termine?), scrissero nel 2005 questo film come se si trattasse di un romanzato backstage del documentario da loro precedentemente realizzato; i due si ritagliano particine di contorno e imperniano il film su una sceneggiatura discreta, sulla loro sincera passione per l'argomento e sulla sorprendente prova nevrotica di Purvis, realizzando un piccolo prodotto thriller nostrano che riesce ad essere, nonostante il budget logicamente basso, provvisto di buoni momenti di tensione, di idee esposte in maniera confusa ma talvolta intriganti e coinvolge abbastanza pure i “non-lovecraftiani”. L'opera al momento più celebre di Leggio e Greco gode di una colonna sonora adeguata e pungente, oltre che dell'intelligenza da parte degli autori di lasciare sapientemente accumulare la tensione, salvo alcuni brevi cali e magari tardando un po' il colpo di coda finale. Restano i dubbi sulla veridicità dei manoscritti attribuiti a Lovecraft, ma sicuramente l'intera vicenda è servita a consegnarci questo film che gli appassionati dello scrittore dei Miti di Cthulhu e dell'underground dovrebbero apprezzare, nonostante si debba sottolineare come un minimo di fluidità e linearità in più non avrebbe certo guastato.

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