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Vai e vivrai

Regia di Radu Mihaileanu vedi scheda film

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La recensione su Vai e vivrai

di FilmTv Rivista
8 stelle

Lo Schlomo di Vai e vivrai ha lo stesso nome del fool che portava il suo popolo a scappare in Russia per le persecuzioni antiebraiche. Qui è un bambino etiope che, come tanti, cerca di sfuggire alla fame e al regime di Menghistu. Per salvarlo da morte certa nei campi profughi del Sudan, la madre cristiana lo fa fingere ebreo e lo manda in Israele, dove, tra l’84 e l’85, gli Stati Uniti e il Mossad stanno rimpatriando i Falasha, gli ebrei etiopi. Adottato con amore da una famiglia d’origine francese e non troppo praticante, il ragazzo vive la duplice finzione del non essere, oltre che nero, né orfano né ebreo. Ogni cosa è difficile: farsi accettare dalla comunità rabbinica, mantenere un legame con la madre, lasciarsi amare da Sarah, capire la realtà politica del Paese: ma la parabola di Schlomo (ben riassunta dal titolo originale, che ricalca le tre fasi del film) si realizza grazie alla sua volontà di essere e diventare, semplicemente, uomo. Mihaileanu parte dalla complessità di un fatto storico poco noto (l’operazione “Mosè”) e la riveste di un senso universale. La paradossalità dello script evidenzia l’insensatezza del Caso, del dogmatismo religioso e del razzismo “di ritorno”. Da vedere, vivere e rivedere.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2005

Autore: Raffaella Giancristofaro

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