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Mary

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Mary

di FilmTv Rivista
8 stelle

Tre storie, tre ossessioni intrecciate, tre persone che non riescono a ritrovare se stesse. Mary di Abel Ferrara racconta la storia di Marie, un’attrice che resta ingabbiata nella parte di Maria Maddalena che ha appena finito di interpretare e decide di fuggire a Gerusalemme; di Tony, un regista presuntuoso e arrogante perso nella contemplazione di se stesso e della propria opera; e di Ted, un giornalista televisivo che sta facendo uno special su Gesù Cristo ed è completamente assorbito dal suo lavoro e dal suo stile di vita metropolitano. Tre anime, diversissime tra loro, a confronto con un trauma, da quello più narcisistico del regista, messo a confronto con le immagini del suo film in una sala vuota, a quelli, più radicali e totalizzanti, degli altri due protagonisti, tutta gesti, sguardi e vagabondaggi Marie (che, femminilmente, non verbalizza né esprime razionalmente la propria ricerca ma “entra” nel personaggio e, forse, trova la pace), e combattuto invece, ripiegato su se stesso e sui suoi atti e tradimenti quotidiani, Ted, che finirà per abbandonarsi al pianto, alla confessione, alla preghiera. Girato con uno stile avvolgente e sinuoso, con la macchina da presa che sta addosso ai personaggi e pedina il loro girovagare, Mary è come un flusso ininterrotto, narrativo e di coscienze, dove le crisi, le esplosioni, le rotture non arrivano mai sole ma si rincorrono, da Gerusalemme a New York, da un anno all’altro, da una sala cinematografica a uno studio televisivo a una sinagoga. L’esplosione di un ordigno a Gerusalemme si rispecchia nella crisi di un neonato che piange e non riesce a respirare in un’incubatrice a New York: il privato e il collettivo si mescolano inesorabilmente in tutti gli angoli del mondo e noi, presi al centro di un gorgo di sofferenza, non possiamo non crollare, interrogarci, chiedere perdono. Più bello nella parte newyorkese, notturno, macerato dalle luci e dai neri che si mescolano nelle dissolvenze incrociate, e un po’ più didascalico nella parte mediorientale, tuttavia Mary ha una forza compatta e tormentosa che non si arresta mai. È il film di un autore che è passato attraverso i gironi dell’inferno, in qualche maniera ne è riemerso e adesso ci chiede di avere, con lui, il coraggio di guardarci dentro e intorno.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2005

Autore: Emanuela Martini

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