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Fango bollente

Regia di Vittorio Salerno vedi scheda film

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La recensione su Fango bollente

di Cruising
7 stelle

"Questa società produce di tutto...Non potrebbe generare anche dei mostri?"

 

Il cinema di genere italiano negli anni '70, grazie al contributo di autori come Fernando Di Leo, Umberto Lenzi, Bruno Corbucci, Aldo Lado, Damiano Damiani, sforna una serie di generi e sottogeneri che con il tempo (sempre galantuomo, per fortuna) diventeranno anche loro delle opere con una loro importanza.

Sono Film di puro 'artigianato', che ai tempi riempivano le sale cinematografiche ma che venivano puntualmente stroncati e snobbati dai critici. Film non sempre qualitativamente all'altezza, strutturalmente 'grezzotti', realizzati con quattro soldi, ma con tanta passione, onestà e soprattutto idee di fondo.

Un piccolo posto di rilievo in questo enorme pantheon di piccole perle spesso dimenticate, lo merita l'"invisibile" "Fango bollente", girato nel 1975 da Vittorio Salerno (fratello del noto attore Enrico Maria).

Definito da un critico alla sua uscita nelle sale “una parabola marcusiana un po’ fantascientifica sui mali oscuri delle società avanzate con allarmanti riferimenti alla cronaca contemporanea”, racconta la storia - prendendo  spunto da dei reali fattacci di cronaca nera avvenuti in quegli anni - di un giovane impiegato di una ditta di calcolatori elettronici, Ovidio Mainardi, che stressato e oppresso dalla monotonia del suo lavoro e da una non felice situazione matrimoniale inizia, con la complicità di due suoi amici, a commettere una serie di crimini efferati di ogni genere che culmineranno con un omicidio.

Un noir crudo e violento, abbastanza avvincente, che per stile e struttura strizza l'occhio al cinema poliziottesco di genere tanto in voga in quegli anni. Ma soprattutto un film capace di indurci a più di una riflessione su quelle che sono le nevrosi, le ansie, le paranoie che si annidano - pronte ad esplodere come "Fango bollente" - all'interno dei nostri tessuti sociali.  La monotonia, l'ordinaria routine, le piccole e grandi frustrazioni provenienti da ambienti lavorativi; il cinismo, l'indifferenza sempre più preponderante nei rapporti affettivi, le ambizioni sfrenate possono, con il tempo, diventare logoranti e mandare in tilt i nostri equilibri arrivando a 'produrre' dei mostri.


Film molto interessante, forse più attuale oggi che ieri.

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